Francesco Baldini: a Vicenza con Catania nel cuore

Scritto il 13/04/2022
da Luca Pozza


Nell'arco di pochi giorni è passato dal veder fallire il suo Catania (a solo tre giornate alla fine della stagione) al "capezzale" del L.R. Vicenza, dove è stato chiamato per tentare una disperata rincorsa salvezza trai cadetti. Strano destino quello di mister Francesco Baldini, classe 1974, che da calciatore, ruolo difensore, ha vestito le maglie di Juventus, Lucchese, Napoli, Perugia, Genoa e Reggina. Da allenatore ha iniziato nel 2011, nel settore giovanile del Bologna, poi nella stagione 2017-2018 ha guidato gli Under 17 della Roma che ha portato alla vittoria del campionato e della Supercoppa, per poi approdare alla Juventus Primavera. Esordio tra i professionisti nel 2019-2020 al Trapani in serie B e da marzo 2021 al Catania, in C, esperienza conclusasi con l'esclusione del club etneo e lo svincolo di tutti i tesserati. Durante la presentazione allo stadio Menti ha subito raccontato quando successo in Sicilia per poi affrontare gli altri temi.



Dramma Catania
“Nel ringraziare la nuova società ritorno a quella che è stata la mia stagione, perché Catania mi ha dato tanto: voglio ringraziare i ragazzi, chi ha composto la società e ha portato avanti una stagione complicatissima. Il mio pensiero va a quelli che hanno lottato con me in una situazione surreale, il merito se sono a Vicenza è anche dei giocatori che hanno dato tutto quello che avevano. Sono passato in brevissimo tempo dal piangere assieme a loro, quando siamo stati a pranzo assieme per l'ultima volta, sino alla mia partenza per il Veneto, qualche ora dopo. Quanto successo è un vero dramma, con i giocatori e gli altri tesserati, compreso il magazziniere, che non hanno preso nemmeno un mese di stipendio, eppure si sono comportati da professionisti”.

Torneo stravolto
“Quanto successo non ha penalizzato solamente il Catania e i suoi tifosi, ma ha falsato pesantemente il girone C di Serie C. Con l'azzeramento di tutti i risultati che avevamo ottenuto, la classifica è stata stravolta, alcune squadre si sono viste togliere 6 punti, perdendo diverse posizioni, tutto rivoluzionato in zona play-off e play-out. Non è possibile quanto avvenuto ad appena 14 giorni dal termine: sono cose che nel 2022 non dovrebbero accadere. Noi abbiamo pensato solo al pallone e quando i ragazzi stavano in campo si divertivano e stavano bene. La città e la tifoseria hanno riconosciuto l'impegno totale alla squadra, non ci hanno mai abbandonato. Nelle difficoltà ci siamo ulteriormente compattati, ma non è bastato almeno per portare a termine il torneo. Una situazione drammatica, con la perdita di decine di posti di lavoro e i giocatori ora senza squadra”.



Ripartenza dal Veneto
“In una piazza prestigiosa come Vicenza, ho portato lo staff che era con me a Catania, l'allenatore in seconda Luciano Mularoni, il collaboratore tecnico Davide Bertaccini e il preparatore atletico Diego Gemignani, che andranno ad integrare persone di fiducia e conosciute anche da me, che lavorano già in società. Non so nemmeno quali siano gli aspetti burocratici del mio contratto (accordo sino al 30 giugno 2022, con opzione per l'anno successivo, ndr.) perché non mi interessano, sono sempre stato proiettato sul campo, soprattutto in questa situazione dove il tempo a disposizione è poco. Nella scelta di Vicenza mi ha convinto la volontà di fare qualcosa di importante perché sono un amante delle sfide: questa è una bella sfida”.

Filosofia calcistica
“Ho voglia di dare quello che ho dentro, di giocare e di allenare, vivrei sul campo 24 ore su 24. La mia passione e la mia determinazione, sono quelle che cerco di portare all'interno del gruppo. In genere esprimo pochi concetti e molto chiari. Sono un amante della riconquista immediata della palla e del pressing, voglio la squadra aggressiva. Preferisco non parlare di moduli ma di occupazione degli spazi, dipende dai giocatori che stanno bene e dalle contromosse per l'avversario”.



La partita che rifarei
“Quando sono arrivato in società la prima cosa che mi hanno mostrato è la Coppa Italia 1997 conquistata dal Vicenza: nel ritorno disputato al Menti, il 29 maggio, io ero in campo, una serata bellissima per i tifosi biancorossi, per me bruttissima. Avrei barattato qualsiasi cosa per portarmi a casa quel trofeo: ho sempre detto che se il Napoli avesse vinto quella Coppa Italia, l'anno dopo eravamo noi in Europa e forse non ci sarebbe stato il fallimento. A campi invertiti non penso avremmo perso la finale”.