In onda: Massimo Orlando

Scritto il 03/03/2023
da Pino Lazzaro


Classe 1971, oro agli Europei con l’U21 nel 1992, ha vestito via via le maglie di Conegliano (Interregionale), Reggina (B), Juventus (A), Fiorentina (A-B), Milan (A), ancora Fiorentina (A), Atalanta (A-B) e Pistoiese (B).

 

“Come tanti della mia generazione, anch’io quando ho smesso ho potuto avere la possibilità di lavorare in tv e in radio. All’inizio un po’ preoccupato lo ero, non è che sia facile e non è che piaci a tutti. Posso comunque dire d’averci messo passione e umiltà, ascoltando gli altri, quelli che per me trovavo bravi, cercando così di prendere il meglio e devo dire che via via ho trovato, specie nelle radiocronache, un bel feeling”.

W la radio
“Lavoro con grandi professionisti, ciascuno di loro continua a trasmettermi sempre qualcosa e qui voglio ricordare Repice, per me lui è un fenomeno, quel suo modo di saper coinvolgere e trasportare. Sono tra quelli cresciuti con la radiolina in mano, lì sui campi a vedere magari partite di Prima categoria, ascoltando Il calcio minuto per minuto. Vengo da lì e ancora adesso vivo di radio, lei che sempre mi accompagna. Quando mi è stata offerta l’occasione, non ho proprio potuto dire di no e per me continua a essere una gran bella soddisfazione”.



Prepararsi
“Le partite di Champions e di Coppa le so naturalmente con maggiore anticipo, quelle di campionato invece un 4-5 giorni prima e devo dire che non è che debba prepararmi più di tanto. Ormai di partite se ne vedono tantissime e bastano così un po’ i social e i siti della squadre, soprattutto per vedere chi c’è e chi manca”.

Errori e critiche
“Ho fatto il calciatore, so com’è ed in effetti c’è sempre un po’ di fatica nel commentare gli errori lì sul campo. Ma ho finito per capire che passare magari per “buono” poteva farmi diventare poco credibile. L’errore c’è, non si può non vedere, ma so pure che capita e può capitare: è successo anche a me e certo da fuori è sempre tutt’altra cosa”.



Ricordando gli infortuni…
“Le partite le sento e credo sarà sempre così finché avrò la possibilità di andare per gli stadi, avvertirne l’atmosfera specie quando sono pieni, pestando pure un po’ l’erba dei campi. Devo dire comunque che quel che non mi manca è proprio la partita, che so, vedermi lì dentro: fin troppi gli infortuni che ho avuto e ciò che mi è rimasto soprattutto dentro sono loro, quel farsi male”.

Amarcord
“Tante e tante le partite che ho commentato e per ricordarne qualcuna vado a un tempo recente, tipo il derby Milan-Inter dello scorso anno, con quel ribaltamento del risultato o a Milan-Atalanta, quella cavalcata di 70 metri di Theo Hernandez e ricordo sempre quanto Repice nella sua radiocronaca abbia saputo accompagnare e trascinare in quello stadio così pieno… che emozione”.



Proprio stop
“Devo intanto dire che io sono un po’ contro a queste partite di ex, avanti con l’età. Certo, ognuno fa quel che crede, però io penso sarebbe meglio tenere come immagine quella del tempo in cui uno giocava. Di mio non sono certo messo bene fisicamente, non pochi i problemi alle ginocchia, anche per la stessa stabilità. La paura di farmi male ce l’ho ancora e sempre: sono ormai dieci anni che non tocco più un pallone”.