Sebino Nela - Il vento in faccia

Scritto il 28/09/2021
da Pino Lazzaro

 Biblioteca AIC 



... e la tempesta nel cuore
Con Giancarlo Dotto
Piemme

 


L’incipit
Io, Sebastiano Nela detto Sebino, ex calciatore, non leggo le biografie dei calciatori. Nessuno si offenda. Semplicemente le trovo inutili. Nel mio caso, cento volte inutili. Se devo leggere un libro preferisco incontrare qualcosa che mi migliori o mi peggiori. Non importa, purché quando lo chiudo io non sia lo stesso di quando l’ho aperto. Ho letto sulle pagine dei giornali e sul web anticipazioni delle memorie di Chiellini e non mi sono detto: “Oddio, corro in libreria a comprarlo!”. Così come non ho sentito il bisogno di farlo per quelle di Antonio Cassano o Alex Del Piero. Aggiungete voi i nomi che volete, il concetto non cambia. Niente di personale. Alcuni di loro sono anche amici.

 



Ecco Nela.
“Com’è venuto? Sono soddisfatto, per me è stata anche un po’ una liberazione. Di carattere sono un po’ orso, riservato: con Dotto siamo amici da tanti anni, alcune cose di me le sapeva, sempre lì a dirmi che poteva uscire qualcosa di interessante e quando capitava di vederci, lui ritornava sul punto. Così a 60 anni mi sono detto che dai, lo si poteva fare”

Come mai?
“L’ho fatto più che altro per i tifosi, per la gente, loro che sono “innamorati” di te finché giochi e che in fondo non sanno nulla di te, cosa poi c’è dentro quella maglietta. Ma lo si doveva fare a modo mio, niente aneddoti o scherzi tra compagni in spogliatoio, no grazie”.

Il titolo?
“L’ho discusso con la casa editrice. Poteva essere uno “facile”, Correndo correndo, la canzone che mi ha dedicato Venditti, però poi c’è entrata Genova, la mia città e un po’ pure la Sardegna… la tramontana che soffia, ci poteva stare, con quell’aggiunta de la tempesta nel cuore… è venuto fuori un bel titolo”.

La foto di copertina?
“Anche qui assieme alla Mondadori. Dato che era un’autobiografia, ci stava un primo piano e la foto me l’ha fatta un fotografo famoso, Giovanni Canitano: centinaia di scatti e ne abbiamo così scelto uno”.

Il calcio, adesso
“Beh, è cambiato molto e molto, io che ho cominciato alla fine degli Anni 70 e ho giocato sino al 94. Lo seguo sempre e continuo ad andarci allo stadio: sia perché posso così ritrovarmi con tanti ex della Roma, ma anche perché le partite si vedono meglio, vedi di più, è diverso che in tv”.

 



Sfogliando
… (pag. 18) I privilegi del calciatore famoso? Spariscono tutti o quasi il giorno che hai smesso, soprattutto se non sei un ruffiano, uno che sa come compiacere il prossimo, soprattutto quello che può darti una mano. La vita, allora, diventa uguale per tutti e non tutti sono capaci di accettarlo… (pag. 36) Io fumo quando sono nervoso e anche quando sono rilassato. Fumo sempre. I medici disapprovano, pazienza, vorrà dire che fumo colpevole… (pag. 78) Non avevamo nessun rito speciale, nessun cerchio magico, nessun discorso particolare, come si vede fare oggi. L’unico rito era darsi il cinque, una pacca sulle spalle e fumarsi una sigaretta prima di entrare in campo… (pag. 87) Ho imparato a riconoscere una persona bella da come ti abbraccia. Da come ti stringe. Dall’intensità che ci mette. Per me è un test infallibile… (pag. 100) Siete mai stati una volta nella vita all’Anfield Road? Dovete farlo. Portate i vostri figli, le vostre donne. Un’esperienza mistica… (pag. 121) Passiamo la vita a nasconderci, noi calciatori. A sembrare diversi da quello che siamo. Là non puoi andare, quella cosa non la devi fare, con quella persona non puoi farti vedere… Diventa complicato restare una persona autentica se sei un calciatore da prima pagina… (pag. 144) Il cancro, una volta che l’hai avuto, non ti lascia più. Può tornare come realtà ma, anche se non torna, ti resta dentro come un fantasma. Un fantasma minaccioso. Sta sempre lì, addosso… (pag. 156) Lasciare un racconto onesto di sé, è forse il più bel commiato.



La scheda
(dal risvolto di fine libro) Sebastiano “Sebino” Nela, nato a Rapallo nel 1961, ha vestito le maglie di Genoa, Napoli e soprattutto Roma, oltre che della Nazionale italiana (5 le sue presenze). Terzino a tutta fascia, è stato una colonna dei giallorossi dal 1981 al 1992, conquistando uno scudetto, tre Coppe Italia e due finali europee.
▪ Giancarlo Dotto è giornalista, scrittore e autore teatrale.