La rivincita del grigio

Scritto il 15/10/2021
da Stefano Ferrio

 Una foto, una storia 



Il ritorno in B dell’Alessandria, promossa fra i cadetti dopo una drammatica finale playoff


46 anni dopo
Un’ebbra, totalizzante esplosione di grigio. Ennesimo miracolo, stavolta visivo, di cui rendere merito al calcio, alla sua capacità di scardinare e rovesciare qualsiasi ordine di valori precostituiti. Già a giudicare dal colore dominante, di solito abbinato a cupezza e malinconia, questa, della felicità di una squadra e di un’intera città in grigio, è una “foto fuori dal comune”. Fermiamoci a questa definizione, senza per ora addentrarci in temi che già spuntano dai lembi della straordinarietà dell’immagine, come ad esempio la sua Bellezza. Anche perché c’è dell’altro da osservare, e non di poco conto, come sovente succede attingendo all’archivio fotografico dell’Associazione Calciatori.


Anche Rivera
Iniziamo pertanto da luogo e ora. Sono circa le 20,45 di giovedì 17 giugno 2021, e ci troviamo all’interno dello stadio Giuseppe Moccagatta dove notoriamente giocano “i grigi” dell’Alessandria, unico club professionistico italiano a vantare questo colore sociale, indossato negli anni ‘50 anche da un Gianni Rivera al debutto professionistico con la squadra della sua città. La grigissima, eppure travolgente, festa a cui stiamo assistendo, è dovuta a quanto appena accaduto sul campo da gioco, ovvero la conclusione, a oltre due ore e mezzo dal fischio di inizio, della partita di ritorno della finale playoff di Serie C fra Alessandria e Padova. In palio c’è un posto nel campionato di Serie B, e lo 0-0 del match di andata, disputatosi quattro giorni prima allo stadio Euganeo di Padova, si è replicato tale e quale qui in Piemonte, confermato anche alla fine dei tempi supplementari previsti dal regolamento.



Lotteria
Si va perciò ai calci di rigore, “tortura” finale ogni volta riservata a migliaia di tifosi che spesso, fra un tiro dal dischetto e l’altro, hanno modo di porsi un sacco di domande sul senso della vita. Dopo i primi quattro “penalties” realizzati da entrambe le squadre, succede che le due strade si dividano fatalmente al quinto, e ultimo: lo tira fuori Andrea Gasbarro, ventiseienne difensore del Padova, e subito dopo lo insacca Matteo Rubin, trentaduenne difensore dell’Alessandria.
È questa la sentenza, giunta dopo quasi nove mesi di un campionato che per Alessandria e Padova significa trentotto partite di regular season più sei a eliminazione diretta, per un totale di quarantaquattro. La foto di gruppo che ne consegue poggia quindi la sua forza visiva su quest’eccezionalità contingente, ulteriormente potenziata dal contesto storico, ovvero i 46 anni di assenza dalla Serie B dell’Alessandria, dopo la retrocessione patita nel lontano 1975.

Il volto della Storia
Ora, ce n’è abbastanza per cogliere la sbracata ridondanza di questo Paradiso in grigio incarnato da una cinquantina fra giocatori, dirigenti, congiunti di ogni età, tifosi e non meglio identificabili comparse. Fra queste ultime, che dire del secondo volto maschile, a partire da sinistra, della fila più in alto? È l’unico che compare con la mascherina indossata, ed è anche l’unico che, pur travisato, non lascia trapelare alcuna emozione in quella maschera quasi accigliata di fronte al tripudio circostante. Sembra quasi lo abbia inviato la Storia a certificare, anche fra un secolo, che tutta questa dilagante felicità è avvenuta mentre il mondo intero è ancora oppresso dalla cappa di una pandemia di Covid destinata a imprimersi nella memoria dell’umanità. La stessa umanità per la quale, quando il pallone entra in porta, esistono solo gli infiniti colori della gioia.