Il bomber Mujesan

Scritto il 16/04/2022
da Stefano Ferrio

 Una foto, una storia 



La partita in cui, nel gennaio del 1970, un attaccante di origini slovene infrangeva i sogni di scudetto dell’Inter.

 


La domenica in cui Mujesan fece impazzire Bologna
I gol “pesanti” sono quelli che non si limitano ad animare il tabellino di una singola partita. Lasciano invece il loro segno su intere stagioni, ma anche in carriere che da lì in avanti non saranno più le stesse, o dentro memorie obbligate periodicamente a rievocarli.
Moltiplicano i loro effetti se poi, nello stesso match, sono più uno, e portano la firma dello stesso giocatore. Prendete Lucio Mujesan, sloveno di Pirano ma iscritto all’anagrafe italiana perché l’11 gennaio 1943 il suo comune natio faceva ancora parte del territorio del nostro Paese. Attaccante potente, ma anche tecnico al punto giusto, nell’arco di una classica carriera da bomber di provincia, esprime il suo meglio con la maglia rossoblu del Bologna, fra il 1968 e il 1970. Se ne accorgono soprattutto giocatori e tifosi dell’Inter, che l’11 gennaio 1970 inciampa nel pieno della sua corsa verso lo scudetto beccando un inatteso 2-1 in casa di un Bologna dato sufficientemente in disarmo.



Cannoniere implacabile
Quei pronostici non tengono conto dello stato di grazia di Lucio Mujesan, talento offensivo cresciuto nel vivaio della Roma per poi esplodere da professionista a suon di gol indossando prima la maglia dell’Avellino e poi quella del Bari. Dalla Puglia l’attaccante giunge sotto le due torri di Bologna portandosi appresso una fama di cannoniere implacabile che onora soprattutto nel suo primo campionato di Serie A, quando marca 11 gol. È una parabola che nella stagione successiva, anche per la coesistenza con un bomber di razza come Giuseppe Savoldi, tende a scivolare nell’ombra, salvo impennarsi di brutto in questa prima giornata di ritorno, quando al Comunale di Bologna si presenta l’Inter di Mazzola e Boninsegna, con ogni intenzione di fare bottino pieno per contendere lo scudetto al Cagliari di Gigi Riva.



Doppietta
È un’Inter che a dire il vero prova subito l’allungo, portandosi in vantaggio con una zuccata di Roberto Boninsegna dopo un centinaio di secondi. Ma è un fuoco di paglia, prontamente spento dalla doppietta con cui Mujesan “scherza” i due centrali nerazzurri Spartaco Landini e Giancarlo Cella. Questa colta nella foto è la zampata alla Gerd Muller con cui, al minuto numero otto, l’attaccante bolognese sfrutta un rimpallo malaugurato fra Cella e il portiere Lido Vieri per accompagnare nella porta sguarnita la palla del pareggio. Trascorrono altri dieci giri di orologio e il colpo del ko nasce da sontuoso controllo e tiro di collo destro, destinazione incrocio dei pali.
Il peso di queste due prodezze concorre da una parte a rilanciare il Bologna sulla via della salvezza, e dall’altra a incagliare in modo sufficientemente fatale l’Inter, che in aprile chiuderà il torneo seconda, a quattro punti dal Cagliari campione d’Italia.


Bomber di provincia
La storia di Mujesan rievoca quelle di tanti altri bomber di provincia, come l’Angelo Mammì match-winner di uno storico Catanzaro-Juventus del 30 gennaio 1972, o il Livio Luppi autore della doppietta con cui, il 20 maggio 1973, il Verona scuce dalla maglia del Milan uno scudetto “già vinto”.
Nomi che, come il suo, non volano via, perché ancorati alla storia del calcio italiano da quei loro gol, così terribilmente “pesanti”.