Alessandro De Vitis… sognando la Serie A

Scritto il 28/04/2022
da Claudio Sottile


Una cadetteria al fotofinish
“È sotto gli occhi di tutti che sia stato uno dei tornei più equilibrati degli ultimi anni. A memoria non ricordo una Serie B con almeno quattro-cinque pretendenti, negli ultimi due turni di calendario, per la promozione diretta. Un campionato spettacolare, per chi lo ha seguito. Siamo arrivati nella situazione in cui volevamo essere, cioè di giocarci il salto di categoria nelle giornate conclusive. Nessuno ad agosto scorso ci avrebbe pronosticati in questa posizione in graduatoria, quindi la nostra è un’annata positiva. Adesso, visto che siamo lì, cerchiamo di completare l’opera”.

Troppo veloci prima o lenti adesso?
“È stata una flessione abbastanza fisiologica. Nel girone di andata forse siamo andati oltre ogni aspettativa, in quello di ritorno le squadre ci hanno studiato e temuto di più; quindi, è come se avessimo perso quell’effetto sorpresa di inizio campionato, quando avevamo iniziato fortissimo. Anche alla fine del girone di andata avevamo ripreso a marciare alla grande. Complice il grande equilibrio che c’è stato, abbiamo avuto delle partite in cui gli episodi non ci hanno favorito, ballano cinque-sei punti tra girone d’andata e di ritorno. Siamo, comunque, in una situazione di classifica ottimale”.



In caso di playoff
“Andrebbero affrontati con uno spirito alto. La nostra squadra sarebbe da temere negli spareggi, le altre vorrebbero evitarci. Siamo una compagine molto fisica, che cerca di aggredire l’avversario, queste caratteristiche negli scontri diretti sono molto importanti. Sono uno dei superstiti dei playoff vinti di Serie C di tre anni fa, spero di poter rappresentare una componente che ci possa dare qualche vantaggio”.

Saper già come si fa
“Il segreto non lo conosco. Nel 2019, quando abbiamo completato quella cavalcata, affrontammo ogni gara con grande consapevolezza. Sapevamo di avere un nucleo molto forte. Nella prima partita ci ritrovammo spalle al muro, sotto 2-0 contro la Carrarese, più volte rischiammo di incassare il terzo, però abbiamo sempre affrontato il percorso con serenità, consci di quello che era il nostro obiettivo. L’approccio si dovrebbe riproporre anche quest’anno, ovvio che il livello delle contendenti sarebbe più alto. Se dovessimo giocarli, saremmo una mina vagante, difficile da affrontare”.

Fioretto da massima serie
“In questo momento non so rispondere precisamente, ma sarei disposto a qualcosa di importante. A febbraio ho compiuto 30 anni, la Serie A l’ho solo accarezzata una stagione alla Sampdoria, ma stetti fermo un anno per un infortunio a tutte e due le ginocchia. Raggiungerla con il Pisa, squadra in cui milito da cinque anni, e nella quale ho legato tanto con compagni, società e piazza, sarebbe un sogno e rappresenterebbe la parte più emozionante della mia carriera. Capelli, barba, farei di tutto per salire di categoria”.



Bilancio personale dell’annata
“Ho giocato un po’ meno delle altre stagioni. Sono stato fermo praticamente da metà novembre fino alla fine di gennaio, prima per un infortunio al polpaccio e poi ho contratto il Covid. Ho dovuto rincorrere per ritrovare la condizione. Adesso sto molto bene. Avevo iniziato ottimamente nel primo spezzone di campionato, adesso spero di poter dare un mano, in queste ultime giornate, con la mia presenza”.

Bilancio personale della carriera
“Quando compi 30 anni vieni quasi considerato un ‘vecchio’, ma mi sento nel pieno della mia carriera. La Serie A posso raggiungerla solo attraverso la scalata dalla B, perché le valutazioni su un giocatore della mia età non sono le stesse di sei-sette anni fa. Sono conscio che per coronare questo sogno di militare in A per un campionato o almeno di timbrare una presenza, devo salire con questa società. Spero possa accadere nella stagione in corso, se così non sarà ci riproveremo l’anno prossimo. È un qualcosa che voglio conseguire prima che smetta di giocare, ad ogni modo ho ancora alcuni anni di carriera davanti…”.



1990/1991, ultima volta nel gotha del calcio italiano
“Io, Robert Gucher, Gaetano Masucci e Davide Di Quinzio siamo reduci della Serie C con questi colori, abbiamo a mente la sofferenza che hanno vissuto città e tifoseria, tra diversi fallimenti e gli anni di terza serie. Conosciamo tutti la piazza di Pisa e sappiamo che merita ben altri palcoscenici. A distanza di un quinquennio da quando siamo arrivati, riportare questa squadra in A, dopo oltre 30 anni dall’ultima volta, sarebbe la ciliegina sulla torta di ogni nostra carriera, la chiusura di un cerchio”.

Da un nerazzurro all’altro
“Parzialmente questo sogno l’ho vissuto. Nel settembre 2020 abbiamo disputato un’amichevole contro l’Inter, la mia squadra del cuore. C’era solo un migliaio di spettatori a causa delle restrizioni legate alla pandemia, ma l’emozione che ho provato nel tunnel prima di entrare a San Siro è un qualcosa di indescrivibile. Ogni ragazzo che inizia a praticare questo sport sogna di assaporarla. La ‘Scala del Calcio’ è l’obiettivo finale di ogni bambino italiano che tira dei calci a un pallone. Scendere in campo in una partita in casa dell’Inter, stavolta con lo stadio pieno, sarebbe il massimo”.