La partita che non dimentico, Francesco Marano (Renate)

Scritto il 18/05/2022
da Pino Lazzaro


Classe ’90, di Castellammare di Stabia (Na), ha giocato via via con Juve Stabia (C1-C2-C1), Aversa (C2), Casertana (C2-C), Benevento (C), Viterbese (C), Melfi (C), Sicula Leonzio (C) e Como (C). Al Renate dalla stagione 20/21. 

 


“Ci ho pensato su e la prima che mi viene in mente e credo che ricorderò di più è un derby di due anni fa, nel 2020, prima dello stop per il Covid: Monza-Como. Io giocavo nel Como, io che vengo dalla Campania e ne ho fatti di derby, so cosa vuol dire un Casertana-Juve Stabia o un Benevento-Juve Stabia. Era quello dunque il mio primo derby al nord, un derby lombardo ed ero curioso, una prima volta insomma”.

Loro, una grande squadra
“Era quello per il Monza il secondo anno di Berlusconi presidente, puntavano a vincere il campionato, erano davvero una grande squadra; il Como era invece un neo promosso dalla D, eravamo una buona squadra, loro però di più”.



Giusto sul sette
“Partite quelle che si preparano da sole e giocammo quel giorno una grande partita, anche meglio di loro. Alla fine del primo tempo ho fatto pure gol, una bella azione, sta palla messa dietro, io che di prima la metto sul sette, proprio un gran gol e proprio dalla parte dove c’erano i nostri tifosi. Poi è finita 1 a 1, gol loro di Paletta, negli ultimi dieci minuti”.

La diapositiva
“Dopo il gol, io che vado di corsa là, sotto la curva dei nostri tifosi”.



Sud e Nord /1
“Sì, ho giocato tanti anni al sud e sono stato io che ho voluto cercare di cambiare, di salire al nord. Terminato il contratto con la Sicula Leonzio, stavo quasi firmando per la Virtus Villafranca quando m’arrivò la chiamata del direttore del Como. Ho subito scelto di sì ed è proprio qui al nord che penso di finire, diciamo almeno al 90%, la mia ragazza è del nord e un figlio di due mesi (che dorme poco…)”.

Sud e Nord /2
“Non ci sono grandi differenze, non direi, a livello tecnico-tattico siamo lì. Squadre blasonate ce ne sono anche qui, penso al Padova per esempio, però è nelle cosiddette medio-piccole che trovo ci sia differenza e non poca. Parlo soprattutto a livello ambientale perché andare a giocare a Francavilla o Andria non è certo come venire a giocare da noi a Renate o al Giana, è parecchio diverso”.



Un bilancio
“Detto che si può sempre fare di più – vale nel calcio come nella vita – con un po’ di fortuna avrei sì potuto fare di più. Specie quand’ero ragazzino, qualche dinamica magari diversa, però non mi pento di nulla, mi sento ancora “giovane” e minimo mi aspettano altri tre-quattro anni e li voglio fare alla grande”.

Dopo
“Ci penso, sì. Sono riuscito a laurearmi in giurisprudenza, giocando sempre in Campania ero vicino a casa, l’università l’ho fatta a Napoli, alla Federico II. Dopo la laurea ho superato pure l’esame per l’avvocatura e mi piacerebbe riuscire a combaciare le due cose, magari una figura legale all’interno di una società sportiva, chissà”.