In onda: Dario Marcolin

Scritto il 19/08/2022
da Pino Lazzaro


“Sì, mi piace proprio quello che faccio, il calcio e la sua bellezza e io che ne posso così parlare, commentare, fare domande, anche dare la mia di opinione. Ho giocato, poi allenato e così mi piace pure la possibilità di provare a spiegare quel che succede in campo, le strategie degli uni e degli altri, con in più l’aggiornamento continuo che devi fare, tra Serie A e calcio straniero”.

Nostalgia
“Star lì ancora a pestare l’erba a bordo campo un po’ di nostalgia me la dà. Penso da giocatore, l’arbitro fischiava la fine e me ne andavo, finito, ora invece me ne starei ore lì dentro lo stadio, con quell’atmosfera a volte così speciale. Quando uno smette, per stare vicino al calcio due sono le strade: o allena o ci sono le televisioni, mi ritengo fortunato”.



Approfondimenti
“Non parlerei tanto di criticare, quanto di analizzare. Quel che succede in campo, perché succede, le strategie del singolo e della squadra, con in più a fine partita la possibilità di parlare con gli allenatori, chiedendo loro quel che può aver funzionato e quello no, il perché di una scelta: lo trovo interessante”.

Buon rapporto
“Sono 15 anni che ho smesso di giocare, ho poi allenato e sono in effetti gli allenatori quelli che posso conoscere di più, anche coetanei, compagni o avversari sul campo. Comunque sia, una buona credibilità sento di averla ed è un qualcosa che avverto con loro, sia allenatori che giocatori”.

Aggiornamento continuo
“Con le squadre più importanti c’è poco da prepararsi, di quelle prime sette-otto si sa praticamente tutto, sono così le altre che richiedono più tempo, più preparazione, dove magari uno ha cominciato, il ruolo che poteva avere e come è cambiato nel tempo. Lo stesso in Europa: tolte le solite grandi squadre, c’è sempre da studiare, bisogna per forza aggiornarsi”.



Juve-Inter, che partita
“Una partita che m’è rimasta dentro per il tanto coinvolgimento che ho vissuto è stata Juventus-Inter dello scorso campionato. Lì a bordo campo e la ricordo proprio emozionante, con tanti e tanti episodi, la Juve che parte meglio, il rigore di Çalhanoğlu battuto e ribattuto, quell’altro rigore che forse poteva esserci per la Juve che in quella partita avrebbe anche potuto riagganciarsi davanti, l’Inter che veniva da un periodo così così: un’altalena di emozioni che sino alla fine mi ha fatto star lì, proprio preso”.

Padel, padel, padel
“Sino a un anno fa giocavo ancora a calcio, era quello il modo immancabile per tenermi in forma. Ora qualche partitella mi capita pure di farla, giusto qui d’estate, ma ammetto che a prendermi proprio tanto è ora il padel, un qualcosa che ora direi per me praticamente invasivo: sì, ci gioco e ci rigioco, anche 2-3 volte al giorno, è così”.



Classe 1971, bresciano, ha via via giocato con Cremonese (A-B-A), Lazio (A), Cagliari (A), Genoa (A), ancora Lazio (A), Blackburn (Inghilterra), Sampdoria (B), Piacenza (A), Napoli (B) e infine Palazzolo (C2). Vice allenatore dapprima a Brescia, collaboratore tecnico di Roberto Mancini all’Inter, vice a Catania e Fiorentina di Mihajlovic, da primo allenatore è stato sulle panchine di Monza, Modena, Padova, Catania e Avellino. Con esperienze con LA7 e Sky Sport, è dal 2018 con Dazn.