Giovanni Di Salvo - Azzurre

Scritto il 22/08/2022
da Pino Lazzaro

 Biblioteca AIC 



Un lungo, lunghissimo lavoro di ricerca e pure tanta e tanta passione, via via alimentatasi, proprio grazie alle “scoperte” via via fatte. Parlare di “scoperte” è del resto appropriato, visto il nulla, praticamente una “tabula rasa” – così la definisce – con cui Giovanni Di Salvo ha dovuto confrontarsi quando a suo tempo, oltre vent’anni fa, ha iniziato a interessarsi del calcio giocato dalle donne. Con le collaborazioni col Giornale di Sicilia, le rubriche comunque tenacemente dedicate alla “tabula rasa”, il mettersi lì a cercare e ricercare, raccogliendo qui e là testimonianze, storie, racconti.
Il primo libro, Quando le ballerine danzavano col pallone, dedicato alla storia del calcio femminile con particolare riferimento a quello siciliano, è del 2014. Poi, nel 2018, ecco Le pioniere del calcio, la storia di un gruppo di donne che sfidò il regime fascista, cui è seguito nel 2020 Il pallone al fronte, ovvero gli anni di guerra in Sicilia raccontati attraverso lo sport.



Ecco Di Salvo
“Un po’ d’interesse c’è stato sì alla fine degli anni Sessanta-inizio Settanta, poi praticamente nulla o quasi. Dunque un continuo lavoro di ricerca e per Azzurre una mano me l’ha data indirettamente proprio il Covid, per approfondire e mettere bene in ordine”.

Risultato?
“Quasi 400 pagine, che ripercorrono oltre cinquant’anni di imprese compiute dalla Nazionale di calcio femminile, comprendendo pure le Nazionali di tutte le Federazioni che operarono prima che il calcio femminile venisse inquadrato nell’ambito della Figc; uno spazio l’ho poi dedicato pure alle Nazionali giovanili di futsal e beach soccer”.

Tredici storie/racconti
“Sì, è stato un viaggio molto bello quello che ho fatto attraverso le testimonianze di tredici protagoniste (Carolina Morace, Maura Fabbri, Maria Grazia Gerwien, Elena Schiavo, Maurizia Ciceri, Betty Vignotto, Antonella Carta, Rita Guarino, Giorgia Brenzan, Federica D'Astolfo, Melania Gabbiadini, Katia Serra, Francesca Durante e Giulia Domenichetti) in questo lungo e quasi invisibile cammino delle donne calciatrici, cammino in cui emerge pure un che di amarezza/sorpresa nel vedere che tutto pare abbia avuto inizio dal Mondiale 2019, dalla buona prova delle nostre… come dire, e noi?”.



Peccato questo Europeo 2022…
“Certo, si poteva fare meglio, come seconda fascia ci si poteva aspettare di arrivare almeno seconde dietro la Francia. Così la cassa di risonanza non sarà la stessa del 2019, quando poi a settembre le scuole calcio si ritrovarono piene di bambine ed è chiaro quanto sia fondamentale l’allargamento della base. Per fortuna ci sono subito a settembre le due partite per qualificarci al Mondiale 2023, praticamente un resettare”.

Ora professioniste
“Detto che l’acquisizione di diritti era sacrosanta, bisognerà vedere quanto e come il sistema sarà capace di generare un adeguato flusso economico, ci vorrà qualche anno per verificarlo. Si vedrà, alcune società di A non sembrano poi così convinte però a mio parere la nuova formula del campionato va nella direzione giusta, c’è senz’altro bisogno di più qualità e di più equilibrio ed è la qualità su cui bisogna puntare per avere più ricavi, sia televisivi che di pubblico”.



Giovanni Di Salvo
AZZURRE
Storia della Nazionale di calcio femminile
Bradipolibri

Per quale motivo una bambina non dovrebbe sentire il piacere, la gioia, l'emozione di fare ciò che è la sua passione e perché non dovrebbe avere gli stessi diritti e le stesse opportunità per poter sviluppare, far crescere e affinare il suo massimo potenziale? Perché giochi a calcio? Perché, ancora oggi, si sente la necessità di porre questa domanda a una bambina/ragazza che gioca a calcio? Non c'è una motivazione alla passione: questa nasce con te, fa parte di te e chiede semplicemente e naturalmente di potersi esprimere senza alcuna resistenza esterna.
(dalla prefazione di Milena Bertolini a Le pioniere del calcio di Giovanni Di Salvo, Bradipolibri 2018)
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