L'altra partita di Andrea Repossi

Scritto il 17/09/2022
da Luca Pozza


Dal 27, il numero della sua maglia, al Twenty7, il nome del locale che gestisce ad Alassio (Savona) assieme al papà della sua fidanzata. Ma per Andrea Repossi, classe 1996, nativo di Abbiategrasso (Milano), calciatore professionista arrivato a calcare i campi di Serie B dopo aver militato per 4 anni nelle giovanili del Milan, il passo non è stato breve. Semmai è stato sofferto e doloroso, perché lasciare il mondo del pallone a 24 anni a causa di problemi fisici è una ferita difficile da accettare e rimarginare. Ma su quei sogni svaniti, l'ex trequartista di Varese (dove è esploso in Serie D), Ternana (dove ha esordito tra i cadetti a 21 anni) e Catanzaro (dove ha giocato in serie C), non si è pianto addosso. Ha deciso di rimettersi in gioco, diventando titolare di un locale di tendenza che spopola sulla riviera di Ponente, con il mare a portata di mano e il clima ideale. Lui, che serviva assist ai centravanti, adesso controlla che i suoi dipendenti servano nel migliore dei modi i clienti. Una storia di riscatto, volontà d'animo e determinazione, che merita di essere raccontata.



Sogni da bambino
“Quando inizi a giocare da bambino e ti accorgi che sei più bravo degli altri e poi entri a far parte del settore giovanile di uno dei club più vincenti al mondo, è comprensibile poter sognare. E così è avvenuto. Ho debuttato in Serie D a 17 anni nell'Inveruno, poi sono passato nella stessa categoria al Varese, dove è bastato un girone d’andata per mettermi luce ed essere acquistato dalla Ternana, che giocava tra i cadetti. L'esordio in B, il 17 marzo 2018 contro l'Ascoli, rimane il giorno più bello della carriera: i genitori, oltre a parenti e amici, mi guardarono alla tv, io ero orgoglioso perché avevo ripagato mia mamma e mio papà di anni di sacrifici, in cui mi avevano accompagnato agli allenamenti in giro per la Lombardia”.

Maledetto infortunio
“L'anno successivo ho accettato il trasferimento a Catanzaro, questa volta in C, dove ho trovato un maestro come mister Gaetano Auteri. Ero dall'altra parte dell'Italia, a casa non tornavo quasi mai, ma è stata un'esperienza fantastica sia in campo, con un terzo posto finale, che come esperienza di vita. Poi a fine stagione un brutto infortunio durante un match, il ginocchio che fa una torsione fatale. Consulti con pareri diversi di specialisti e medici, poi la decisione di farmi operare ai legamenti crociati. Quindi una successiva ricaduta, una nuova operazione e la decisione di ripartire dalla Serie D, prima a Varese e poi a Gozzano. Sono stati messi difficili, in cui mi sono trovato a dover rilanciarmi dal basso. Ma ogni volta che provavo ad alzare l'asticella, ad aumentare i giri del motore, il mio corpo dava segnali ben chiari, con altri guai fisici. A quel punto ho deciso di lasciare, non volevo trascinarmi da un club all'altro, senza poter essere protagonista. Così ho deciso, seppur a malincuore, di lasciare il calcio nel 2020”.



Diploma da ragioniere
“Non è stato facile ripartire, soprattutto quando lo scenario è completamente diverso. Da ragazzo, nonostante l'impegno con il pallone, avevo finito gli studi, ottenendo il diploma di ragioniere, ma non ho mai immaginato un lavoro in ufficio. A darmi un aiuto fondamentale è stato il papà della mia ragazza, Luca, che chiamo "mio suocero", un imprenditore con l'occhio lungo per gli affari, che mi ha dato preziosi consigli. Con Aurora sono fidanzato da molti anni: ci siamo conosciuti a scuola, anche lei è di Abbiategrasso, nel periodo in cui giocavo non mi ha potuto seguire, anche se veniva a trovarmi, perché studiava, ancora adesso frequenta l'Università a Milano. Il 27, il mio numero preferito, è anche il giorno in cui ci siamo fidanzati”.



Locale alla moda
“Quando ho scelto il nome del locale, non potevo chiamarlo Ventisette, così è nata l'idea di Twenty7, che suona meglio. Non dovrei dirlo io ma è un locale alla moda, moderno e fuori dagli schemi, aperto da aprile ad ottobre, dalle 17 alle 2 di notte, dove vengono serviti aperitivi e cocktail. Prima di avviare la gestione ho studiato molto e mi sono aggiornato per quanto riguarda menù, vini, servizio e accoglienza. Per me non è stato facile cambiare nuovamente regione ma anche vita e orari completamente diversi. Ora siamo arrivati ad avere 8 dipendenti, tra cui uno chef stellato in cucina e un barman che vanta anche esperienze all'estero. Abbiamo puntato sulla cucina raffinata e innovativa, tanto per capirci più che affettati, proponiamo vassoi con gamberi in salsa e polipo. Questa estate è andata benissimo, abbiamo lavorato molto anche grazie al ritorno del turismo. Ospiti illustri? Ogni tanto si vede qualche personaggio del calcio, di recente sono passati Moreno Longo, già mister del Torino, e l'attaccante Simone Iocolano. Il mio prossimo obiettivo in questa nuova professione? Rilevare il locale al 100%, sarà come segnare un gol in una partita importante”.