Pagine azzurre, Chiara Marchitelli

Scritto il 27/09/2022
da Pino Lazzaro

 Pagine Azzurre 



“Mentre sono lì a seguire le partite, ammetto che a volte mi scopro adesso fin troppo tifosa, devo starci attenta e tutto sommato era certo meglio da giocatrice che da dirigente. Lì a Ferrara ero proprio in campo, vicina, nella panchina aggiuntiva e al di là di quanto e come l’ho vissuta la partita contro la Romania, la doccia l’ho fatta comunque, con tutti quei gavettoni che sono poi partiti”.

La diapositiva
“L’immagine che più mi è rimasta dentro è quella che è stata poi in effetti immortalata: tutto il gruppo assieme, infortunate comprese, lì sotto la tribuna, di fronte alla panchina. Una foto-simbolo di quella che è stata in tutti questi anni la forza trainante. Ero lì, a tre metri da loro, vicina sì, ma non lì dentro con loro, ne ho un altro ora di ruolo…”.



Dare una mano
“Sì, dirigente accompagnatore, questa la mia qualifica. Quel che più mi piace è di cercare nel mio piccolo di far da tramite, di dare una mano, diciamo di semplificare le cose. Ho smesso da poco, so come stanno le cose, penso di riuscire così a “vederle” e cerco così di mettermi proprio a disposizione, per aiutare il lavoro di tutti e far sì che loro, le ragazze, possano esprimersi al meglio”.

Occhi aperti
“Ora che sono ‘dall’altra parte’, mi sto rendendo conto di quanto lavoro ci sia attorno alla squadra. Fin che giochi hai il campo come riferimento, allenamenti e partite, tutto il resto non lo vedi e nemmeno lo sai perché tra l’altro il contorno è pure bravo a non fartelo vedere/pesare”.



Consapevolezza /1
“Certo, le ragazze della Nazionale sanno d’essere la massima espressione del nostro movimento, che è sì cresciuto ma che ha ancora tanta strada da fare e che continua a essere sempre sotto la lente di tutti (e non mancano certo i detrattori). Loro, le ragazze, erano così le prime a sapere cosa significava qualificarsi al Mondiale: come detto c’è ancora tanto da fare e come si fa a non tener comunque conto dei risultati?”.

Consapevolezza /2
“Bene, le cose sono cambiate, ora è normale trovare per dire la borsa pronta, però è necessario che le giovani di adesso capiscano che niente è dovuto e lo dico senza tirar fuori, per carità, discorsi tipo “ai miei tempi”. Ci vuole e ci vorrà equilibrio e conto che siano quelle che hanno più anni e ancora giocano a trasmettere quei valori che sono propri del nostro calcio”.

Consapevolezza /3
“Il professionismo ora c’è, è senz’altro un grande passo avanti e non può essere individuato eventualmente come problema: sono coloro che formano e formeranno le ragazze, coloro che le educheranno, ad avere la responsabilità maggiore”.



Classe ’85, romana di Filacciano, Chiara Marchitelli, responsabile AIC per il calcio femminile, ha giocato (come portiere) via via con Lazio, Atletico Oristano, Fiammamonza, Roma, Tavagnacco, Brescia, Florentia e Inter. Nel suo palmares: quattro scudetti, quattro Coppe Italia e cinque Supercoppe Italiane. In Nazionale A (45 le sue presenze; attualmente ne riveste il ruolo di dirigente accompagnatore) ha preso parte tra l’altro al Mondiale 2019 e agli Europei del 2013 e 2017.