Signorile e sanguigno allenatore di provincia

Scritto il 31/01/2023
da Stefano Ferrio

La vita in panchina di Gigi Simoni, un “mister” passato per diciassette squadre, da Gubbio alla Bulgaria

 



L’uomo ritratto in quest’istantanea, più che appoggiato alla panchina, sembra che vi sia “fuso” in intima comunione, quasi fosse impossibile immaginarlo lontano dal luogo più importante non solo della sua professione, ma forse della sua vita. D’altra parte, chi ha riconosciuto il soggetto della fotografia, scattata durante la stagione 2004 – ‘05 sulla panchina del Siena, all’epoca club di Serie A, sa che, in tutta la storia del calcio italiano, la definizione “allenatore” a pochi si addice come a Luigi Simoni, meglio noto come Gigi.



Centrocampista nato
Bolognese di Crevalcore, dove nasce il 22 gennaio 1939, Gigi il calcio lo gioca per due decenni, con passo e visione di uno nato per fare il centrocampista: lo fa dal 1955, quando entra ragazzino nelle giovanili della Fiorentina, al 1974, quando si ritira dal professionismo indossando una maglia non qualsiasi come quella rossoblù del Genoa. Il suo meglio lo dà probabilmente nelle tre stagioni trascorse al Torino dove, fra il 1964 e il 1967, duetta nella trequarti avversaria con un genio di nome Gigi Meroni.



Con Ronaldo
Con una tale storia di giocatore dietro le spalle, Simoni può solo continuare a vivere il calcio con totale e divorante dedizione per i successivi trentasette anni trascorsi come allenatore che, dal 1975 al 2012, si divide fra le panchine di diciassette squadre, comprese quelle dove torna più di una volta, a cominciare dal beneamato Genoa, e compresa la toccata e fuga di una stagione in Bulgaria, alla guida del CSKA Sofia. Ma, nel mezzo, c’è posto anche per il romantico sogno in cui questo signorile e sanguigno “allenatore di provincia”, avvezzo più alla Serie B, dove centra il record di ben sette promozioni, che all’albo d’oro della A, dovrebbe condurre fino allo scudetto l’Inter del presidente Massimo Moratti, che al suo “mister” porta in dote Ronaldo il Fenomeno, centravanti brasiliano fra i più grandi di ogni tempo.



Sogno infranto
Le cronache di quel campionato 1997 – ‘98 raccontano di come quel sogno si frantumò in un rigore non concesso durante la partita decisiva contro la Juventus, per fallo commesso da Juliano proprio ai danni di Ronaldo. Resta la consolazione di una Coppa Uefa stravinta in finale a Parigi 3-0 contro la Lazio, ma è una gioia che comunque non lenisce l’incredulo sconforto per il sopruso patito e comunicato da Simoni all’Italia intera con quella sua corsa sfrenata dalla panchina al centro del campo di Torino, dove può solo farsi espellere dall’arbitro Ceccarini dopo avergli gridato addosso le proprie ragioni.



Hall of Fame
Nel 2022, due anni dopo la sua morte, avvenuta il 22 maggio 2020 a Pisa, in seguito a lunga malattia, il calcio italiano scolpisce il nome di Gigi Simoni nella propria Hall of Fame, prendendo così atto di una vita magnificamente trascorsa in panchina. L’ultimo suo campionato è quello di Serie B 2011 – ‘12, quando, a 73 anni compiuti, non riesce a salvare dalla retrocessione una squadra piccina e simpatica come il Gubbio.
Eppure, vista a posteriori, non suona come una sconfitta. Risulta invece naturale considerare la scoscesa e francescana bellezza di quel paese umbro come il sipario più degno per chiudere l’avventura di un signorile e sanguigno “allenatore di provincia”.