La partita che non dimentico, Bernardino D’Agostino

Scritto il 28/12/2022
da Pino Lazzaro


Classe 1993, Bernardino D’Agostino difende da otto anni la porta del Gelbison (Vallo della Lucania, Cilento) con cui la scorsa stagione ha fatto il salto dalla D alla C. In precedenza ha giocato con Pomigliano (D), Sarnese (D), Aversa (C2) e Casertana (C).

 


“Ci ho pensato, ne avrei alcune di più lontane, sono anni che sono qui con loro, ma ho preferito riandare a una più recente, dello scorso campionato, quella che ci ha permesso poi di salire in Serie C. Partita contro la Cavese, decisiva per la stagione, noi davanti in classifica e loro che erano comunque la squadra all’inizio favorita, tanti i loro tifosi al seguito e si sa che sono proprio “caldi” quelli della Cavese”.


Emozioni
“Ricordo ancora l’ansia che avevo prima della gara, davvero uno scontro diretto, lo stadio così pieno. E tante emozioni: noi davanti per 1 a 0, loro che pareggiano a cinque minuti dalla fine, noi che facciamo il 2 a 1 al 90’ e nel recupero quella mia parata importante, palla buttata lì nel mezzo, colpo di testa e io che arrivo a deviarla. Pochi secondi, finita. Quel che ricordo ancor di più è quella nostra esultanza, tutti assieme, lì, sotto ai nostri tifosi, che bello”.



Io e loro
“È vero, non me ne sono mai andato lontano, da giovane qualche possibilità l’avevo pure avuta e sono stato io a non volermi spostare, chissà, forse è stato un mio limite, non so. Anche in tutte queste stagioni qui col Gelbison, ora sono arrivato a otto, qualche possibilità c’è stata, ma ho preferito restare. Al di là di quel che a volte si dice dei portieri, che sono insomma un po’ “matti”, mi reputo uno tutto sommato calmo e credo di saper vivere bene lo spogliatoio. Se c’è da farsi sentire magari con qualche giovane lo faccio, però non è nella mia indole “attaccare al muro” nessuno. A volte ci potrebbe pure stare, è vero, ma non sono fatto così”.



Identikit
“Certo, il sogno all’inizio poteva essere quello di fare di più, di salire più in alto, ma ce ne sono proprio tante di variabili, non so insomma se potevo davvero fare di più, anche perché alla fin fine io penso che uno ha quel che si merita: il mio obiettivo è ora quello di fare più partite possibile in questa categoria che da tempo mi mancava. Detto che si può sempre migliorare e lo si può fare a qualsiasi età, aggiungo – anche se non è che mi piaccia proprio tanto star qui a parlare di me – che penso d’essere uno bravo tra i pali, me la cavo pure nelle uscite e mi ritengo coraggioso la mia parte, sì”.



C’è tempo
“In effetti mi capita a volte di pensare al dopo, ma poi lascio stare, mi dico che ci penserò più avanti, di anni ne ho 29, mi sento bene e ne vedo ancora di anni davanti, anni che credo possano pure essere importanti per me”.