La partita che non dimentico, Riccardo Melgrati

Scritto il 01/02/2023
da Pino Lazzaro

Classe 1994, dopo il settore giovanile dell’Inter Riccardo Melgrati è passato al Cesena, esordendo poi tra i prof col Como (C1). Sono poi via via seguite le esperienze con Sudtirol (C), Pro Vercelli (B), Prato (C), Cesena (B), Arezzo (C), Siena (C), ancora Arezzo (C), Imolese (C), Pontedera (C) e infine Lecco (C). Per lui pure una parentesi in Spagna, con l’Ae Prat.

 



“Sì, ci ho pensato, dedicandoci del tempo, ma c’è voluto davvero poco. Quella che ho dentro è una partita di questa stagione, verso fine settembre, contro il Mantova, dopo che il 6, sempre di settembre, era venuta a mancare mia madre. Tutto è stato molto intenso a livello emotivo, tanta e tanta emozione dentro sta partita di calcio, impossibile dimenticare… il calcio che quel giorno mi ha saputo dare comunque pure una scossa di gioia”.

Lei
“Vinta 3 a 0, senza dunque prendere gol e c’erano stati prima i problemi che avevo avuto con l’allenatore che poi era stato cambiato, quel mio stare a casa per il lutto. No, mia madre non era proprio un’appassionata di calcio, lo è diventata via via negli anni e anche negli ultimi tempi, non stava bene, seguiva le cronache delle nostre partite e mi scriveva sempre dei messaggi”.

Quella mancanza
“No, non la ricordo un’immagine particolare di quel giorno, quel che mi porto dentro è quella sensazione di energia che avvertivo, era lei, mia madre, a trasmetterla. Ora con Wyscout puoi vedere, puoi prepararti, ma tutto quello che avevo potuto “studiare” l’ho lasciato andare, come avessi spento il cervello, sentendomi proprio sovrastato dalla mancanza, con alla fine, quella gioia soprattutto interiore. Di parate ne ho fatte e la più importante è stata nel secondo tempo, un tiro ravvicinato, alla mia sinistra: mi sono disteso bene, ci sono arrivato e sono riuscito a deviarla”.



Valigia sempre pronta
“È vero, ho cambiato tanto e di mio comunque ce l’ho l’indole del viaggiatore, più mi sposto e più mi arricchisco di esperienze, non ho mai pensato di “mettere radici”. A 18 anni nel settore giovanile dell’Inter e poi a Cesena, panchina con la prima squadra e in porta con la Primavera. M’hanno mandato poi a Como, Serie C, una trentina di partite, fatte bene, dovevo tornare ed essere il portiere del Cesena ma loro erano saliti in A, un po’ troppo, meglio non rischiare hanno detto, meglio che andassi da un’altra parte, a giocare”.

Strada in salita
“Ed è andata avanti così, sempre il legame col Cesena, cambi di allenatori e di mezzo pure il fallimento della società. Nel frattempo mi sono ritrovato “over” come adesso s’usa dire, qui e là poche partite e in Spagna ci sono andato per la mia fidanzata, la mia ex fidanzata, lei era lì, valeva la pena di provarci e poi il Covid, lì hanno proprio fermato tutto e dopo Imola e Pontedera è adesso, col Lecco, che ho ritrovato continuità”.



Maturità
“Ora come ora penso di essere al posto giusto nel momento giusto. Con la continuità, avverto d’aver raggiunto una consapevolezza che mi aiuta: al di là della C già fatta e pure dell’esperienza in B a Vercelli, posso dire d’essere nel momento più alto dei miei anni. Una consapevolezza che mi dà una sorta di forza interiore.
Nello spogliatoio sono uno ben presente, mi piace stare col gruppo, ironico la mia parte, determinato lì in campo a pretendere da me stesso e pure dai compagni di dare il massimo. È un ottimo gruppo il nostro, capita a volte che ogni pedina s’incastri per bene con le altre, ognuno comunque con la propria identità: l’amalgama c’è, lo sentiamo”.

Dopo
“Al dopo non ci ho mai voluto pensare, ma ora ho cominciato a farlo. A suo tempo m’ero iscritto a Scienze Motorie, ma non mi aveva preso, ho lasciato stare. Ora però ci ho ripensato e ho iniziato Scienze Giuridiche, chissà, potrei magari diventare un agente sportivo. Non ho poi giocato ad alti livelli, però la conoscenza delle regole e il saper per dire leggere i contratti mi potrà forse servire. E se poi non sarà dentro questo nostro ambiente, sarà comunque un qualcosa che mi potrà essere utile, penso al tema per esempio delle risorse umane, si vedrà”.