La partita che non dimentico... Luca Martinelli

Scritto il 04/03/2023
da Pino lazzaro


Classe 1988, Luca Martinelli ha via via giocato con Lecco (C1), Mezzocorona (C2), ancora Lecco (C1-C2), Cittadella (B), Juve Stabia (B), Novara (C), Empoli (A), Messina (C) e Foggia (C-B); è a Catanzaro (C) dalla stagione 2019/2020.


“Ci ho pensato e vado allora a una recente (lo scorso novembre; ndr), contro il Pescara, lì da loro, proprio una soddisfazione personale e di squadra. Abbiamo vinto 3 a 0 ed è stata un’emozione particolare perché ho fatto la mia prima doppietta in assoluto, loro che a quel tempo erano distaccati di poco, la “nostra” curva così piena e una vittoria – noi comunque già consapevoli – che ci ha dato ulteriore slancio. Tutti e due di testa, su palla da fermo, su uno dei tanti schemi che abbiamo; entrambi poi sotto la curva dei nostri tifosi, loro lì a saltare, quei boati… scariche di adrenalina”.


In altalena
“Una carriera la mia un po’ fatta all’inizio di alti e bassi, tra nord e sud. Ricordo come attorno ai 22 anni e poi verso i 25, pensavo pure di lasciar stare, però, proprio quando avevo l’acqua alla gola, ho fatto annate importanti, sino ad arrivare a Empoli, Serie A, Giampaolo allenatore che mi vedeva bene, l’esordio da titolare e giocandola tutta contro il Chievo e il turno dopo, ero in panchina, c’era il Milan… Poi, come può sempre capitare nel calcio, mi sono ritrovato in C, a Messina. Poi Foggia, la fortuna e il merito d’essere protagonista, la B e dopo il fallimento della società qui a Catanzaro. Qualche difficoltà iniziale, ma un ambiente questo a mia misura, con un progetto serio in cui mi sono sentito e sono parte integrante”.



Giusto un numero l’età
“Anagraficamente, lo so, si può pensare che io sia ormai a fine carriera, devo però proprio dire che sto molto bene, la voglia è sempre tanta e vedrò quel che la vita mi porrà davanti. Certo che ora come ora sono completamente focalizzato e determinato su questa stagione, a viverla in pieno”.

Gruppo sano
“Credo d’essere tutto sommato un capitano un po’ atipico, mica sono perfetto, lo so, però cerco comunque d’essere un esempio, quando serve un trascinatore, un leader, sapendo quando capita espormi per i miei compagni. Di loro mi fido, qui siamo un gruppo sano e so dunque essere flessibile, non sto certo a guardare il minuto di ritardo, oltre al fatto di cercare di fare da collante col mister e la società”.



Bilancio
“Se potevo fare di più? Dentro di me e pure agli occhi di tante persone forse sì, potevo fare di più. Dico pure, però, che il mio percorso non è stato certo poco, è comunque una discreta carriera la mia, chissà quanti pagherebbero per fare quel che ho fatto io: sì, l’ho realizzato il sogno. Se guardo con occhio critico, con la maturità che ho adesso, potenzialmente avrei potuto in effetti fare di più… comunque vanno bene così le cose e non è che mi sia accontentato, no”.

Dopo
“Con l’età che ho, l’idea del dopo è un pensiero ricorrente e per come sono fatto non penso certo di fare l’allenatore, pure magari nemmeno starci poi nell’ambiente. L’idea, da allenatore, di avere a che fare con spogliatoio, staff, società, stampa, tifoseria non fa per me, troppo, non ne avrei la pazienza. Se capitasse poi di poterci rimanere in questo nostro ambiente, potrei vedermi magari in un ruolo dirigenziale o come procuratore, figure che mi permetterebbero di viverla per davvero quella famiglia che voglio formarmi”.