La partita che non dimentico... Marco Crimi

Scritto il 15/03/2023
da Pino Lazzaro


Classe 1990, Marco Crimi ha via via giocato con Igea Virtus (C2), Bari (A), Grosseto (B), Latina (B), Bologna (A), Carpi (A-B), Cesena (B), Virtus Entella (B), Spezia (B), ancora Virtus Entella (B) e Reggina (B); è a Trieste (C) dalla stagione 2021/2022.


“Ci ho pensato, ne avrei diverse: l’esordio tra i prof, quello in B e poi in A; però quella che ha più posto dentro di me, quella verso cui sento più trasporto, è la finale con l’Under 21, contro la Spagna, all’Europeo del 2013. Sì, con la maglia della Nazionale, quella che per forza a me ha tirato fuori quel qualcosa in più. Loro uno squadrone, c’erano Isco e Thiago Alcantara che già avevano giocato in Champions, una squadra quella che poi nel tempo ha confermato quanto bravi fossero, vinsero loro, 4 a 2”.

In azzurro
“Il nostro allenatore era Mangia, sono entrato a una ventina di minuti dalla fine, al posto di Verratti. Già da un po’ mi stavo riscaldando e ricordo che quando mi chiamarono ci misi un secondo ad arrivare, l’allenatore che mi dice di pressare, pressare tutti, che la dovevamo ribaltare: parole che mi caricarono ancora di più e dopo un attimo ricordo pure il fallo che ho fatto lì, lungo la linea. Se penso a qualche immagine, allora rivedo l’arrivo allo stadio, eravamo in Israele, a Gerusalemme, bellissimo. La fatica a dormire alla vigilia, la tanta adrenalina, lo stadio pieno e quel cantare tutti assieme l’inno…”.



Il presente
“Ora come ora penso d’essere sì all’apice della mia maturità. Ne ho passate tante, tanti incontri, tante esperienze; sempre traendo qualcosa, capendo col tempo quando bisognava smorzarle le cose o ravvivarle. Tanti allenatori, tante metodologie e ora mi reputo “intelligente” anche per quel che riguarda il mio fisico, so adattarmi e so sin dove arrivare. Come detto mi sento maturo e sono convinto di avere ancora tanto da dare”.



Nello spogliatoio
“Ho avuto modo di vivere due fasi molto diverse per quel che riguarda gli spogliatoi e certo in quei miei primi anni di C, per me sono stati tosti. Ora le cose sono cambiate e diciamo che cerco di guardare comunque sempre alle cose positive, senza essere duro con chi sbaglia, non credo sia l’aggredire la cosa giusta da fare. Guardo così più agli errori di concetto, che so, la mancanza di rispetto verso un compagno o il gruppo. Ecco, lì allora intervengo, cercando però di non essere insistente… per dire, se c’è un orario e tutti e 25 i tuoi compagni lo rispettano, perché continui ad arrivare in ritardo? Dipende come sempre dalle persone: c’è con chi puoi “entrare” di più e chi meno”.



Dopo
“Ogni tanto ci penso, poi però mi dico pure che giocherò ancora a lungo. Ci sono stato una vita in questo ambiente, magari potrò pure rimanerci dentro, fare qualcosa, non so, certo però che nello specifico ora come ora penso solo a giocare”.