Pablito "vive" nella statua in bronzo

Scritto il 20/03/2023
da Luca Pozza


Una statua in bronzo, a grandezza naturale, realizzata dall'artista che qualche anno fa aveva creato anche quella di Diego Armando Maradona, esposta fuori dallo stadio di Napoli. È questo il ricordo, che parte da Vicenza, ma che coinvolge tantissimi tifosi, sparsi in Italia e nel modo, di Paolo Rossi, scomparso prematuramente il 9 dicembre 2020, all'età di 64 anni, che ora vivrà per sempre nell'opera all'esterno dello stadio Romeo Menti, a poche decine di metri dall'ingresso principale.



Immagine Mundial
Braccia al cielo, bocca aperta e un sorriso che conquista. L'immagine, non solo al primo impatto, ricorda uno dei suoi festeggiamenti dopo i gol del Mundial '82 di Spagna, dove Pablito fu capocannoniere con 6 reti ma soprattutto il principale protagonista del trionfo azzurro, caratterizzato, nella seconda fase ad eliminazione diretta, dalle vittorie contro Argentina, Brasile (tripletta del bomber) e Polonia (doppietta) e poi suggellato dal 3-1 (suo il gol che sbloccò il match) nella finale contro la Germania. Nella statua, anche dopo la decisa presa di posizione degli ex compagni di squadra ma anche di tanti vicentini, Pablito non indossa la maglia azzurra ma quella biancorossa con il 9 sulle spalle, il numero che ha sempre portato durante la sua militanza al Lanerossi.



Compleanno antico
Per scoprire la statua, collocata nella piazza pedonale a lui dedicata lo scorso anno e denominata per l'appunto Largo Paolo Rossi (il 9 è invece il numero civico del club e dello stesso stadio), è stato scelto un giorno particolare, il 9 marzo, che ha coinciso con il 121° compleanno del club, fondato nel lontano 1902, quando il club all'epoca si chiamava Associazione del Calcio in Vicenza (Acivi) e la cui prima sede era all'interno delle mura storiche. La città veneta è stata quella che, partendo dalla Serie B, ha lanciato calcisticamente Rossi alla fine degli Anni Settanta, con i suoi 21 gol che sono valsi la promozione in A e poi la stagione successiva, quella del 1977-1978, in cui il Lanerossi, allenato da G.B. Fabbri giunse secondo in campionato, alle spalle della Juventus, trascinata dal suo attaccante, che vinse il titolo di capocannoniere con 24 centri, per poi essere protagonista, a 22 anni ancora da compiere, ai mondiali di Argentina '78, chiusi dall'Italia al quarto posto.



Nominato Ambasciatore
Paolo concluse la carriera in biancorossa nell'estate 1979 (dopo la retrocessione in B del Lanerossi) per poi tornare a vivere a Vicenza per un'altra quindicina d'anni una volta appese le scarpette al chiodo. Questo legame, rimasto molto forte anche dopo il suo trasferimento in Toscana, si era riacceso, negli anni precedenti alla sua scomparsa: nel club biancorosso era stato nominato nel 2018 nell'innovativo (almeno per il mondo del calcio) ruolo di ambasciatore, mentre il Comune l'aveva nominato cittadino onorario di Vicenza.



Tanti amici
Alla cerimonia di inaugurazione, baciata dal sole, sono intervenuti, tra gli altri, il sindaco della città Francesco Rucco, il presidente del L.R. Vicenza Stefano Rosso, oltre che i familiari del campione, la moglie Federica Cappelletti e il figlio Alessandro, quest'ultimo nato dal precedente matrimonio e residente a Vicenza, città dove ha sempre abitato. Presenti anche gli autori materiale della statua, il pittore e scultore napoletano Domenico Sepe, 45 anni, docente di ruolo di storia dell'arte, disegno ed educazione artistica, che ha realizzato opere anche all'estero. Assieme a lui, Mirko Paolini e Stefano Lora della fonderia artistica Guastini di Gambellara (Vicenza), dove è avvenuta la fusione. Tra le circa 250 persone che hanno affollato la piazza, intonando anche il coro "Rossi gol", erano presenti gli ex compagni del "Real Vicenza", tra cui Massimo Briaschi, Giorgio Carrera, Beppe Lelj e Vinicio Verza.