La partita che non dimentico... Francesco Grandolfo

Scritto il 10/05/2023
da Pino Lazzaro

Classe 1992, Francesco Grandolfo ha via via giocato con Bari (A), Chievo (A), ancora Bari (B), Tritium (C1), Savona (C1), Correggese (D), Fidelis Andria (C), Bassano (C), Virtus Verona (C), Vis Pesaro (C), Sambenedettese (C), Legnago (C) e Monopoli (C); in questa stagione, con l’Arzignano Valchiampo (C).

 



“Sì, tutti vanno subito a pensare che sia quella ai tempi del Bari, Serie A, io proprio giovane (esordiente in A non ancora diciannovenne), quel 3 a 0 in casa del Bologna (due settimane dopo l’esordio, nell’ultima di campionato), quella mia tripletta e chissà quante volte così mi è stato chiesto di “quella” partita. Certo, fu proprio significativa, ma preferisco qui ricordarne una più recente, dell’anno scorso, quand’ero a Monopoli. Ottavo di finale dei playoff, contro il Cesena, loro in classifica avevano finito davanti a noi, la prima l’avevamo così giocata in casa nostra, a Monopoli”.



Impossibile?
“Persa, 2 a 1 per loro e così il ritorno come minimo era certo difficile e lo ricordo ancora quello stadio così pieno, quella bellissima atmosfera, saranno stati in 8-9000. Invece siamo stati noi a mettere assieme la partita perfetta, vinto 3 a 0, non ho fatto gol ma anch’io ho giocato bene: grande emozione, con quello stadio – così pieno – che alla fine ci ha pure applaudito, l’hanno visto anche loro quanto ci credevamo”.

La diapositiva
“Eravamo soprattutto un grande gruppo, l’avevamo sognata assieme una partita così, tutti se la ricordano tra noi, ne è rimasta tanta di amicizia. L’immagine che più ho dentro è quella a fine partita, l’abbraccio tra noi tutti, lì davanti dove stavano i nostri tifosi. Ricordo che eravamo pure noi un po’ increduli, un po’ sorpresi. Il viaggio di ritorno notturno, in treno, con quell’accoglienza che poi ci hanno fatto al ritorno”.



Valigia in mano
“Sempre in giro? Mah, quel che intanto di certo non mi rimprovero è come l’ho fatta questa mia professione: dando sempre tutto, tutto. Si sa che nel calcio ne possono capitare di cose, in A dal Bari al Chievo, loro che volevano riscattarmi, hanno sparato una cifra esagerata e allora, tornato a Bari, c’è stato il fallimento e all’improvviso mi sono ritrovato a partire dalla Serie D, da Correggio, non ce n’era un’altra di squadra…”.



Come montagne russe
“Ne ho fatti 23 di gol quella stagione, così sono tornato tra i prof, ma poi a Bassano tra crociato, menisco e successive complicazioni sono stato tanto fermo e ricordo quanto sia stata dura fisicamente quando sono ripartito col Virtus Verona. E così via, sempre contratti di un anno, via via delle montagne russe insomma. Ripeto, nessun rimpianto, sono sempre stato un bravo professionista, ho sempre dato tutto”.

Nello spogliatoio
“Uno molto tranquillo, a cui piace condividere le cose con i compagni e spesso organizzo così cene o altro per stare assieme, è un buon gruppo questo nostro”.



Ampliare il bagaglio
“Ho 30 anni, a livello fisico sto bene, penso pure d’aver fatto una buona stagione, con loro qui ho un altro anno di contratto e vediamo come va. Anche grazie all’AIC mi sono intanto laureato in Scienze Motorie e da pochi giorni ho finito il corso da direttore sportivo, mentre quello da team manager l’ho fatto la scorsa stagione. L’idea ora è intanto quella di continuare a giocare, la maturità sento che ce l’ho e negli anni ho sempre cercato di curarmi per bene”.

Dopo
“No, ancora non riesco a vedermi per quel che farò dopo. Idee precise insomma non ne ho, intanto ho pensato a formarmi, a prepararmi eventualmente per più strade. Dentro ho insomma della serenità, anche perché spero e penso di aver magari la possibilità di poter scegliere”.