La partita che non dimentico... Andrea Paroni

Scritto il 07/06/2023
da Pino Lazzaro


Classe 1989, dopo gli anni di settore giovanile con l’Udinese, Andrea Paroni ha sempre, sempre vestito un’unica maglia, quella della Virtus Entella, giocando via via in D, C2, C1, B e C. Come dire, proprio una mosca bianca, di più.



“Dopo tutti questi anni, sono molti i ricordi a cui sono affezionato. Ma se ripenso in particolare ai migliori, non posso non riandare alla partita contro il Genoa, Coppa Italia, in quello stadio, noi di Chiavari a Marassi! Ero capitano quel giorno, la partita è finita 3 a 3, siamo andati così ai rigori ed è stata quella un’annata proprio particolare, c’erano stati dei ricorsi, noi in pratica che avevamo cominciato a giocare in campionato un paio di mesi dopo gli altri, una partita ogni tre giorni e in mezzo pure la Coppa Italia”.

All’ultimo secondo
“Col Genoa, partita incredibile. Noi due volte in vantaggio, loro che tutti e tre i gol li hanno fatti su rigore e noi che pareggiamo proprio all’ultimo secondo dei supplementari, gol e l’arbitro fischia la fine. Rigori a oltranza, il successivo l’avrei dovuto calciare io, aiuto… ho parato invece quello di Lapadula, noi così che siamo andati avanti, poi all’Olimpico contro la Roma, loro che l’anno prima erano arrivati alla semifinale di Champions”.


È storia
“Ho giocato bene lì a Marassi, belle parate e quella partita m’è rimasta dentro per tutto quello che c’è dietro, un qualcosa davvero di storico, ancora mi emoziono. L’immagine più bella è quella dopo che ho parato quel rigore, io che mi rialzo e inizio a correre verso i nostri tifosi, quei 5-600 che erano venuti, i rigori erano capitati nella “nostra” curva, era così semivuota. Dopo la parata c’è stato, come dire, un momento immobile, sospeso, tutto era fermo. Io che corro allora verso i nostri tifosi e con la coda dell’occhio m’accorgo che i miei compagni stanno tutti correndo verso di me. Viro e che incredibile abbraccio”.

Una sola maglia
“Non lo so bene nemmeno io, credo perché quando io voglio bene, quando amo, do tutto me stesso. A suo tempo ho preso la decisione di fare il professionista e so di averlo sempre fatto al massimo. All’inizio l’Entella poteva essere soprattutto un trampolino, le cose andavano pure bene e nel tempo è diventata poi in definitiva una scelta di cuore, mi sono dato completamente, andando magari un po’ contro al mio interesse personale”.



Pensieri che vengono e vanno
“Sapevo e so di poter comunque dare tanto, dentro il gruppo ho un ruolo riconosciuto e non è certo poco. Certo mi capita di pensarci, se avessi fatto così, se fossi andato di là, ma sono pensieri che come vengono, pure poi se ne vanno. Mi ritengo fortunato, è un posto questo che mi fa star bene, mia moglie è di Udine, due bimbi, uno e una: ci sentiamo comunque a casa, in famiglia”.

Senza la… domenica
“Dai, come detto so qual è il mio ruolo, so che da terzo portiere giocare è proprio dura e cerco comunque di viverla bene questa situazione, la sapevo dall’inizio, non ho motivo così di arrabbiarmi e continuo lo stesso a cercare di migliorarmi, a non essere contento se in allenamento prendo gol, come ci fosse insomma poi la domenica. È così il gruppo, il ruolo che ho nell’aiutare per esempio i più giovani, che diciamo mi sa bastare, anche se a volte è dura, poco da fare”.



Nello spogliatoio
“Di capitani negli anni ne ho avuti tanti, ho imparato da loro e per come sono fatto, se mi volessi imporre urlando eccetera, sarei finto, non sarei credibile. Magari non sempre può essere giusto, ma io tendo a parlare a quattrocchi, cercando di capire i perché che ci stanno dietro, proprio non sbotto mai davanti a tutti, no, quello a cui sempre tendo è insomma cercare di equilibrare”.

Dopo
“Qui abbiamo ragazzi adesso del 2004, anche del 2005 e questo un po’ mi fa… paura, un “vecchietto” insomma, anche se proprio non mi sento tale. Ci penso e non ci penso e un’idea che ho è quella di dedicarmi alla crescita dei portieri, mettendo così in pratica l’esperienza che io ho fatto. Ecco, il preparatore dei portieri è un cammino che potrebbe interessarmi, sì”.