Rachid Arma, da metalmeccanico a bomber di razza

Scritto il 09/03/2022
da Luca Pozza


Con i suoi 176 gol segnati in campionato (132 tra i professionisti e 44 in serie D), Rachid Arma, nato ad Agadir (Marocco) il 16 gennaio 1985, è tra i bomber più prolifici attualmente in attività nel calcio italiano. Alto 192 cm e di corporatura esile, milita nella Virtus Verona, nel girone A di Serie C, provincia nella quale arrivò da bambino all'età di 10 anni.

Una storia da immigrato
La storia di Rachid è simile a quella di molti ragazzi stranieri giunti in Italia, assieme ai genitori, in cerca di fortuna. “Mio padre lasciò tutto nel 1989 per trasferirsi a San Bonifacio, per lavorare, dopo 6 anni sono arrivato anch’io, con mia mamma e mia sorella più piccola, poi in Italia sono nati altri due fratelli. In Marocco coltivavo già la passione per il calcio, giocando però solo nei cortili e nei campi. In Italia ho frequentato l'ultimo anno delle elementari, poi le medie, quindi l'istituto professionale, specializzazione macchine utensili, che mi ha consentito di andare a lavorare come metalmeccanico, nella stessa fabbrica di mio papà. Nel frattempo mi ero iscritto alla scuola calcio, prima nella Provese e poi nella Sambonifacese che ha acquistato il mio cartellino all'età di 13 anni. Per alcuni anni andavo a scuola al mattino, lavoro part-time di 4 ore in fabbrica e poi alla sera gli allenamenti”.



La grande scelta
Con la Sambonifacese ha esordito in Serie D a 19 anni, segnando subito un gol, un segno del destino. “Quattro anni bellissimi, soprattutto l'ultimo in cui la squadra è stata promossa in C2, io ho contribuito con 26 reti. Sarei rimasto volentieri ma è arrivata l'offerta dalla C1 della Spal, un club prestigioso. A quel punto, era l'estate 2008, mi sono licenziato dall'azienda dove avevo un contratto a tempo indeterminato per firmare il primo contratto da calciatore professionista a 23 anni. Quello successivo è stato un anno straordinario, con 16 gol e il titolo di vice-capocannoniere del girone”.

Il sogno chiamato "Toro"
Travolgente l'inizio della seconda stagione a Ferrara (2 reti in campionato e 4 in Coppa Italia) che ha spinto il Torino ad acquistarlo in comproprietà. “Con tutto rispetto per gli altri club in cui ho giocato, il "Toro" ha rappresentato il punto più alto della mia carriera, anche perché la squadra era appena retrocessa dalla A e c'erano grandi giocatori. In campionato ho segnato 1 gol in una decina di partite disputate, poi è arrivata la finale dei play-off promozione contro il Brescia, che rappresenta il grande rimpianto della mia carriera: all'andata, nel finale di gara, mi è stato annullato un gol regolarissimo ed è finita 0-0, poi nel ritorno ho segnato l'unica rete della mia squadra ma abbiamo perso 2-1”.



Numeri da goleador
La sua carriera da bomber di razza è proseguita, dalla stagione 2010-2011 in poi, al Vicenza in B (1 gol), il ritorno alla Spal caratterizzato da un altro titolo di vice-capocannoniere con 18 reti in 34 presenze (“Qui il rammarico è il fallimento del club a fine stagione”), quindi il campionato a Carpi dove con 9 centri ha contribuito alla storica promozione in B. Poi altre quattro stagioni in "doppia cifra", con 15 e 16 gol nelle due annate a Pisa, 10 alla Reggiana e 17 a Pordenone, quindi le 8 reti alla Triestina e il ritorno al L.R. Vicenza, dove in due anni ha segnato 10 gol, festeggiando, con Mimmo Di Carlo in panchina, la terza promozione in carriera, ancora dalla C alla B. Nell'ultimo anno e mezzo, in forza alla Virtus Verona, sinora ha fatto centro 11 volte.

La gioia della famiglia
Arma è un marito e un papà felice. Sposato con Hind (anche lei marocchina, conosciuta durante la permanenza a Pisa), ha due maschietti, Anuar di 4 anni e Zeyn di 2 e mezzo. “Uno è destro e l'altro è mancino, un giorno potranno giocare assieme”, scherza Rachid che si definisce un “padre presente e a tempo pieno”. “Rimango ancora legato” - conclude – “alla mia terra e al mio paese d'origine, che è sul mare e dove trascorriamo tutte le estati. Lì, dove ho conservato una casa di proprietà, ci abitano gli zii, i cugini e mia nonna”.