Classe ’86, ha giocato via via con Lecce (A), Sambenedettese (C1), ancora Lecce (B-A), Genoa (A), Livorno (A), Bologna (A), di nuovo Lecce (A-C1), Latina (B), Vicenza (B), Cesena (B), Catania (C) e nuovamente Latina, con la promozione la scorsa stagione dalla D alla C.
“Senz’altro un paio te le posso dire, entrambe col Lecce. La prima, intanto, è l’esordio in Serie A, c’era Delio Rossi allenatore, avevo 17 anni. Io in pratica cresciuto col calcio proprio col Lecce – sono di Galatina – e arrivare a giocare in prima squadra, in Serie A. Contro la Lazio, avevano uno squadrone e perdemmo in casa per 1 a 0. No, proprio non me l’aspettavo di entrare, un’emozione quella che tuttora mi porto dentro. Mi convocavano, mi allenavo con loro ma come detto non me l’aspettavo, nemmeno avevo avuto mai la sensazione che potesse capitare. Invece, ero lì in panca, mi dice di andarmi a scaldare, è stato tutto veloce: sono entrato, in A. No, dopo quella partita non è cambiato nulla, erano tempi diversi da ora, nello spogliatoio tanta gente più matura di adesso, però con la consapevolezza da parte mia che potevo starci, che potevo far bene”.
L’altra?
“Ancora Lecce dunque, pensa, contro il Milan. L’anno prima noi avevamo vinto la B, ero ormai fisso in prima squadra. Ero in panchina, sono entrato a una ventina di minuti dalla fine e subito ha fatto gol Ronaldinho, sì, lui. All’ultimo, era il 93°, su una punizione di Zanchetta ho fatto gol di testa, 1 a 1, mi par di sentire ancora quel boato incredibile lì al Via del Mare, via la maglia, inseguito e travolto dai compagni, esultando sotto la curva Nord, che emozione. E poi i giorni a casa, a Galatina, quel mio piccolo paese, per giorni non si parlava che del mio gol…”.
Bilancio
“Se potevo fare di più? Mah, se mi guardo indietro posso ora pensare che potevo magari fare a volte delle scelte diverse ma alla fine la carriera è quella che è e sono contento, sono uno a cui non piace guardare indietro, niente rimpianti. Ho giusto appena rinnovato per un altro anno qui con loro, preferisco guardare avanti, qui c’ero stato ai tempi della B, in pratica m’hanno adottato ed è qui che vivo con la mia famiglia”.
Il dopo
“Ancora non so, penso di restarci comunque dentro questo mondo, non so se come allenatore o altro, non so. Per l’età che ho, dovrei pensarci, dovrei farlo, ma l’idea di smettere quel che sto continuando a fare da vent’anni ancora mi spiazza, è così”.