Da lontano... Simone Scuffet (Apoel, Cipro)

Scritto il 06/06/2022
da Pino Lazzaro


Classe 1996, di Udine, ha giocato via via con Udinese (esordio in Serie A a 17 anni), Como (B), ancora Udinese (A), Kasimpaşa (Süper Lig turca), Spezia (B) e nuovamente Udinese (A); all’Apoel dalla scorsa estate.


“Finito ieri il campionato (22 maggio), peccato che abbiamo perso, siamo così arrivati terzi, da secondi avremmo avuto i preliminari della Champions e ora ci aspettano così quelli della Conference, comunque una vetrina internazionale importante: tre turni, il primo sarà già il 13 giugno. Sì, sono contento della mia stagione e del mio rendimento, anche di come ho saputo reagire a qualche difficoltà. Mi sono calato in un’esperienza nuova e diversa, greci l’allenatore e il preparatore dei portieri, modi diversi di lavorare, bagaglio ampliato, devo proprio dirti che sono felice, è così”.

Aprire gli occhi
“Un’esperienza lontano dall’Italia l’avevo già fatta a suo tempo in Turchia, per la prima volta via dall’Italia e m’è proprio servita, scoprendo allora un mondo che magari noi da qui non consideriamo tale, che valutiamo meno, sperimentando invece la loro grande organizzazione, con stadi nuovi e molto belli. Nonostante lo scetticismo che c’era attorno alla mia scelta di andare a Cipro, anche qui ho trovato un club organizzato, con un centro sportivo in cui abbiamo veramente tutto, non tutte in Serie A ne hanno di così. Di stadi a Nicosia ce ne sono due e ci giocano più squadre, tre su uno, due sull’altro. A Limassol le squadre invece sono tre e sempre lo stesso stadio e lo si vede bene, quando si va lì sopra a giocare, quanto a volte siano ‘usati’.

W i tifosi
“Qui sono parecchie le società polisportive, oltre al calcio c’è il calcio a cinque, il basket, la pallavolo e la cosiddetta tifoseria organizzata li segue tutti gli sport, non solo il calcio. Quando sono arrivato c’era qui una certa aria di delusione, anche di contestazione, legata alla questione della tessera del tifoso, così che allo stadio venivano in pochi. Poi abbiamo fatto bene, l’entusiasmo è via via ritornato, ce n’erano anche quindicimila di spettatori. Tifoseria calda e comunque sempre vicina alla squadra: anche quando non si vinceva, mai per dire che per protesta se ne siano andati prima dallo stadio”.



Settimana-tipo
“Grosso modo non si discosta dalla “solita”, dipende sempre dagli allenatori. Qui comunque non abbiamo mai fatto allenamenti doppi e magari solo al mercoledì, con gli esercizi di forza, l’allenamento andava un po’ più per le lunghe, tutto qua. In ritiro? Sì, sempre, alla vigilia, sempre nello stesso “nostro hotel”. Campionato meno tattico, con squadre comunque organizzate. Livello buono, con un grande equilibrio e c’è stata davvero grande lotta per cogliere il traguardo dei playoff. Nello spogliatoio si parla per lo più inglese, a differenza per esempio che in Turchia, là c’erano dei traduttori ed erano tanti i turchi che di inglese non sapevano nulla. Con i ciprioti invece non è così (Cipro è stata in passato una colonia inglese); spagnoli o brasiliani magari tra loro parlano la loro lingua, ma quella di tutti è poi l’inglese”.

Ah, il mare
“Ho vissuto abbastanza vicino al centro città, approfittando dei momenti liberi per visitare e capire pure qualcosa della situazione che c’è qui (vedi nota e cartina). Non voglio entrare nel merito della questione, però non ti può non colpire quel muro che divide la città, proprio un muro di frontiera: l’attraversi e ti rendi conto quanto tutto cambi. A guidare ho dovuto imparare a farlo dall’altra parte ed è proprio vero che le spiagge qui sono fantastiche, valgono davvero la pena: affacciarsi da aprile a novembre a un mare così non può che farti bene. No, a casa non sono mai tornato, volevo farlo a Natale ma poi sono venuti i miei. E poi i miei amici, pure loro dispiaciuti di andarsene, non vedendo l’ora di tornare”.



Una faccia…
“Verso l’Italia? Per loro con noi vale sempre quella famosa frase: “una faccia, una razza”. Quando capiscono che hanno davanti un italiano vedi quanto cambiano, c’è rispetto e ammirazione”.

Futuro
“Ora come ora non so dirti il mio futuro. Di certo c’è che ho ancora un anno di contratto e che qui mi sono trovato bene. Come detto, già il 13 di giugno ci sarà il primo turno preliminare della Conference e la società sta ora facendo le sue valutazioni. Eventualmente le mie le ho fatte: vediamo quelle che faranno loro”.

 



GUIDA
APOEL (Athlītikos Podosfairikos Omilos Ellīnōn Lelikōsias; società sportiva calcistica dei greci di Nicosia), colori sociali giallo e blu, è la squadra cipriota più titolata: costituitasi nel 1926, ha sin qui vinto 28 campionati, 21 Coppe di Cipro e 14 Supercoppe.

▪ Sono 12 le squadre che compongono la A’ Katīgoria cipriota. La prima fase del campionato, dunque 22 partite, serve a stabilire i playoff per lo “scudetto” e i playout (tre retrocessioni). Ai playoff partecipano le prime sei classificate ed è in pratica la continuazione della stagione: altre dieci partite tra andata e ritorno, con ciascuna squadra che riparte dai punti messi assieme nella stagione regolare. Ha vinto l’Apollon di Limassol (58 punti), davanti a Larnaca (54) e appunto Apoel (52).



▪ (Wikipedia) La Repubblica di Cipro (comunità greco-cipriota), riconosciuta internazionalmente e membro dell’Unione europea, occupa la parte meridionale dell’omonima isola che si trova nel Mediterraneo orientale. L’isola (e la stessa sua capitale, Nicosia) è spartita a nord (circa un terzo del territorio) con l’autoproclamata Repubblica Turca di Cipro del Nord (comunità turco-cipriota), riconosciuta unicamente dalla Turchia.