La partita che non dimentico, Michele Currarino

Scritto il 16/11/2022
da Pino Lazzaro


Ligure (nato a Levanto, provincia di La Spezia), classe 1992, Michele Currarino ha giocato via via con Lavagnese (D), Virtus Entella (B-C-B) e Monopoli (C); dalla scorsa stagione è col Fiorenzuola (C).

 


“Sì, certo che ci ho pensato e sono due quelle che più mi sono rimaste dentro. La prima è legata al mio esordio in B, giusto un quarto d’ora, Ascoli-Entella, stavamo perdendo 1 a 0, poi abbiamo pareggiato, è finita 1 a 1. Un ricordo bello: venivo dalla D, avevo fatto un doppio salto e in ritiro avevo fatto bene, ero in prestito, hanno deciso di tenermi e il giorno dopo la chiusura del mercato mi sono fatto male, distorsione alla caviglia, due mesi fuori. Qualche panchina l’avevo poi fatta ma lì ad Ascoli non me l’aspettavo, ricordo ancora lo scatto che ho fatto quando m’hanno chiamato, poi ho giocato con più continuità, è stata una bella annata”.



L’invasore
“La seconda è invece quella della vittoria del campionato con l’Entella, all’ultima giornata. Noi secondi in classifica che giocavamo con la Carrarese, il Piacenza che era primo giocava a Siena. Gol nostro di Mancosu, al 90’, gli ho fatto io l’assist, momento bellissimo anche perché si capiva da quanto ci arrivava dal pubblico che il Piacenza stava perdendo. Un’immagine? L’invasione di campo che c’è stata, lì in tanti a scavalcare la rete e il primo che m’è venuto addosso è stato mio fratello, sì, lui, che abbraccio il nostro”.

Passione e carriera
“È sempre stata la passione a spingermi, stavo bene anche in D, mi sentivo in pace e qualche errore so comunque di averlo fatto. Il cambio è stato quando sono diventato papà, diciamo che da lì è diventato qualcosa di più “serio”, è arrivata la chiamata dell’Entella, anche vicino a casa. Alla scadenza del contratto ho provato col Monopoli, un’esperienza al sud, ma dopo appena un mese, per una gomitata brutta frattura allo zigomo… Ora qui a Fiorenzuola, col mister (Luca Tabbiani) che già ho avuto con la Lavagnese in D”.



Arrivare lassù
“Non so, sono stati anni così, la gomitata sul viso, poi i problemi a una mano, capisco che per un motivo o per l’altro non riesco a fare un’annata intera come si deve, eppure le conosco le mie potenzialità, io ci credo… dai, il sogno è sempre quello, che credo tutti abbiano. Ho ormai 30 anni, so che è difficile arrivare lassù però non si sa mai. Ne ho sempre tanta di passione per il calcio, di partite ne guardo tante, un qualcosa che va oltre il lavoro, si vedrà, io di certo darò tutto”.

Dopo il calcio
“Per la prima volta ora sono il capitano e nello spogliatoio sono uno che ama scherzare, non sono uno “silenzioso”. Squadra molto giovane la nostra, cerco di coinvolgerli, come detto scherzo ma solo con chi so che accetta: sto attento e cerco di “vedere”. Al dopo devo pensarci per forza, ne ho tre di figli (5 e mezzo, 2 e mezzo e 7 mesi) e intanto vediamo come vanno questi prossimi anni. E comunque non sto pensando a qualcosa legato al calcio, ne abbiamo altre di idee”.