Al ritmo della Supercoppa

Scritto il 05/12/2022
da Stefano Ferrio

 Una foto, una storia 


Il viaggio nello straordinario archivio dell’Associazione Calciatori stavolta ci dona i Vulcanica in concerto alla finale femminile fra Roma e Juventus

 



Ambasciatori dei diritti umani
Vulcanica, musica da vedere, prima ancora che da sentire. Così si presenta la band che da quasi trent’anni crea ritmo e passione ovunque e con qualsiasi “strumento”, dai bidoni industriali ai tamburi da parata. Lo sanno quanti hanno ammirato l’ensemble percussiva creata dal milanese Mario Zimei esibirsi non solo in festival e palasport, ma anche a bordo di pescherecci, su cime innevate, dentro magazzini abbandonati e in qualsiasi altro luogo più o meno di fortuna, ma sempre ideale per amplificare il ritmo della vita comunicato da questi musicisti eccentrici e generosi, coinvolti nei fatti della vita fino a rientrare tra gli “Ambasciatori dei diritti umani” impegnati in difesa delle libertà.



Colonna sonora del trionfo giallorosso
Il connubio con lo sport è perciò nel DNA dei Vulcanica che il 5 novembre scorso, non nuovi nell’accompagnare partite di calcio, allo stadio Tardini di Parma hanno realizzato dal vivo la colonna sonora della finale di Supercoppa italiana femminile fra Roma e Juventus, vinta alla fine dalle giallorosse. Ecco perché il pregiatissimo archivio fotografico dell’Associazione Calciatori non poteva mancare di inserire immagini come questa, tratte dallo show con cui i Vulcanica hanno contribuito al pathos e al batticuore di una classica finale giocata fino all’ultimo respiro, ovvero i calci di rigore che si rendono necessari in caso di parità dopo i tempi supplementari.



Nuovo capitolo
Alla luce di quanto è avvenuto in campo, la scelta dei Vulcanica si è rivelata quindi perfetta. Già, perché questa finale ha scritto un nuovo capitolo dell’attuale rivalità fra Roma e Juventus, dominante al vertice del football femminile italiano. Seconde al termine dello scorso campionato, vinto dalle bianconere di mister Montemurro, le giallorosse agli ordini di coach Alessandro Spugna hanno dovuto incassare anche la sconfitta nella finale di Coppa Italia, persa lo scorso maggio 2-1, a Ferrara, sempre contro la Juve. Posti d’onore che non hanno mosso l’albo d’oro della società capitolina, fermo alla Coppa Italia portata a casa nel 2021.



Non c’è due senza tre
Ma in questo caso il proverbio “non c’è due senza tre” è stato smentito dalla finale secca di Supercoppa, dove la Roma, andata in vantaggio nel primo tempo con Valentina Giacinti e raggiunta nella ripresa da una punizione di Lisa Boattin, è riuscita a trascinare le rivali fino ai tiri dal dischetto.
Qui, la musica della partita, o forse della vita, che magari una cosa sola sono, è risuonata meglio nelle mani e nella mente di Camelia Caesar, 24 anni, romena di Bacau, portiere della Roma e della nazionale del suo Paese. Una che a dir poco si esalta quando il gioco diventa così duro: lo ha fatto vedere nella finale di Coppa Italia dell’anno scorso, parando due rigori alle avversarie del Milan, e si è ripetuta al Tardini, slanciandosi come un ghepardo dal ramo sui tiri di Girelli e Cantore.
“Vulcanico” rullo di tamburi finale e Supercoppa alla Roma.