Da lontano... Samuele Longo (FC Dordrecht, Paesi Bassi)

Scritto il 29/11/2022
da Pino Lazzaro


Classe 1992, da Valdobbiadene (TV), dopo il settore giovanile col Treviso è passato a quello dell’Inter dove, dopo le esperienze sempre giovanili con Piacenza e Genoa, è arrivato ventenne a esordire in serie A con mister Stramaccioni (maggio 2012). Ha iniziato poi una serie lunghissima di prestiti che l’hanno portato via via all’Espanyol (Liga), al Verona (A), al Rayo Vallecano (Liga), al Cagliari (A), al Frosinone (A), al Girona (“B” spagnola e promozione alla Liga), al Tenerife (“B” spagnola), all’Huesca (Liga), alla Cremonese (B), al Deportivo La Coruña (Liga) e al Venezia (B). Sciolto infine il legame con l’Inter, sono seguite le esperienze col Vicenza e col Modena in serie C. Col Dordrecht (“B” olandese) da agosto ’22.


“Per me andarmene dall’Italia era diventata praticamente una priorità, gli ultimi due anni sono stati così così, non bene insomma, soprattutto volevo ritrovare il divertimento. Il calcio è sì un lavoro, ma per me è stato sempre soprattutto passione, un qualcosa che proprio mi piace, per questo è necessario che mi diverta. E l’ho ben detto ai miei agenti e quando è arrivata la chiamata, non ci ho pensato un attimo”.

Una bella realtà
“Vivo a Rotterdam, a mezzora da dove gioco, da Dordrecht e ho trovato una bella realtà. Con me la mia ragazza, ci sposiamo questa prossima estate, abbiamo una bambina di due anni. Tutto qui è superorganizzato, tutto funziona e tutti parlano pure l’inglese, nessun problema, sarebbe proprio dura dover imparare in fretta l’olandese. Vita che è sì più cara che da noi, però hanno stipendi più alti e dunque per loro in effetti costa meno”.



Intensità e palla sui piedi
“No, no, niente ritiri, anche perché la trasferta più lunga è giusto un po’ più di due ore. Si parte insomma il giorno della partita, si pranza assieme, un po’ di video e via a giocare, idem in casa. Di solito noi si gioca al venerdì, ci si allena il sabato e la domenica è libera; lunedì e martedì facciamo doppio, poi un solo allenamento. Sì, pure palestra e lì sul campo tutti i lavori sono sempre con la palla, mai giusto solo corsa. All’inizio, mi pareva in campionato di fare quasi un altro sport, lo si vede proprio che tatticamente sono meno preparati di noi, però c’è tanta e tanta più intensità. Squadre con tanti giovani e tutti, proprio per la scuola che hanno, amano averla tra i piedi la palla, ancora e ancora”.

Niente pressione
“Gli stadi in questa loro serie B in genere sono piccoli e belli, all’inglese, la capienza non è molta, il nostro è sui 4000 spettatori e non è che ci sia poi tanto seguito, in genere ce n’è abbastanza poco di pubblico. I campi sono sì in erba ma non mancano pure i sintetici, che a me non è che piacciano poi tanto… No, non c’è pressione, è un dato culturale, qui è diverso. Posso ricordare che sì, una volta, m’hanno chiesto di fare una foto ma è davvero una rarità anche perché, come ho detto, non è che in B ci sia tanto seguito, non c’è insomma un pubblico così appassionato”.



Identikit
“Una società questa che vuole crescere, la stagione passata sono arrivati al 17° posto, l’obiettivo quest’anno è di arrivare ai playoff, tra le prime otto e ora come ora la classifica è corta, ce la possiamo giocare. In italiano parlo col mister (Michele Santoni) e con uno dei miei compagni, anche lui italiano, Alessio Miceli; altrimenti con tutti gli altri e anche fuori so cavarmela bene con l’inglese. Penso d’essere un attaccante completo, piedi buoni, mi piace andare in profondità e sono uno che sa sacrificarsi per la squadra, di sicuro generoso. In spogliatoio non sono né un muto, né un chiacchierone, non sono insomma uno che intrattiene, però, quando sento che c’è da intervenire, lo faccio”.

Sempre con la valigia
“Sì, ho cambiato tanto, praticamente tutti gli anni in giro e non sempre potevo decidere quel che andavo a fare, per tante e tante stagioni c’era pure l’interesse dell’Inter che contava e così ho continuato ad andare in prestito. Adesso di anni ne ho 30, qui ho trovato quel che cercavo: tornare a divertirmi e m’accorgo che vado al campo contento, è la cosa principale per me. Non penso ad arrivare a tot anni, chissà, vediamo un po’ come saranno i prossimi, finché posso e mi diverto, andrò avanti”.