Giuliano Giuliani, più solo di un portiere

Scritto il 10/04/2023
da Pino Lazzaro

 Biblioteca AIC 



Nato a Roma, cresciuto dagli zii ad Arezzo, una storia familiare dura e pure tragica, Giuliano Giuliani è morto all’ospedale Sant’Orsola di Bologna nel novembre del 1996 a soli 38 anni (metà dei quali vissuti nel calcio professionistico, con uno scudetto e una Coppa Uefa al tempo del Napoli), primo – e finora unico – calciatore italiano sieropositivo. Periodo quello in cui non c’erano ancora cure adeguate, se ne sapeva tutto sommato poco e l’Aids era visto praticamente come la peste.
A partire dalle stagioni giocate in porta con l’Hellas Verona, Giuliani aveva lì in Veneto un tifoso particolarmente appassionato, un bambino che – allora faceva la terza elementare – s’era pure messo lì a scrivergli una lettera, mai spedita, poi un giorno, come capita, rispuntata fuori, così. Quel bambino era ed è proprio l’autore del libro, Paolo Tomaselli, giornalista sportivo del Corriere della Sera, che quel suo idolo di un tempo non l’ha mai dimenticato, portandosi poi dentro a lungo l’idea di scriverne la storia, pure incuriosito dalla cappa di silenzio, specie proprio dal mondo del calcio, scesa su Giuliani e sul suo destino. Dai e dai, il libro ora c’è, libro messo assieme con tanto e tanto rispetto, che ripercorre sì il Giuliani pubblico, dunque il calciatore, ma che si sofferma soprattutto su quell’altro, il privato, quello meno conosciuto, di suo poi la sua parte schivo, mai sopra le righe, non certo insomma personaggio. Luci e ombre, storie che si mischiano, una dentro l’altra, con la sensazione che pure per lo stesso Tomaselli, cercando via via di saperne di più, di conoscere di più, questo suo omaggio a Giuliani sia stato una sorta di viaggio interiore. E senza mai giudicare. Complimenti.



Terza elementare
Ecco la lettera, pagina di quaderno, a righe.
Al Portiere del Verona. Caro Giuliani, sono un tuo ammiratore, mi piace il modo in cui giochi. Mi sono entusiasmato per le tue parate favolose, ho tue foto e conosco la tua carriera, mi piacerebbe avere notizie di quando tu eri bambino. Anch’io gioco a calcio e copro il tuo stesso ruolo, sarei felicissimo da grande di diventare bravo come te. Tanti saluti da Paolo.

Microfono a Tomaselli
“Sì, il titolo è farina del mio sacco e l’ho così proposto all’editore perché mi sembrava giusto e, come dire, semplice. Un modo per parlare sì della personale solitudine di Giuliani, ma volendo pure fare un riferimento a quell’idea comune, che tuttora sta in piedi, che un portiere un po’ solo lì dietro lo è comunque”.



La copertina
“La scelta l’ha fatta invece l’editore, loro che al proposito da tempo si appoggiano a un disegnatore. Si è partiti così da una scelta di foto e si è deciso infine di puntare su quella che forse rappresenta il momento più felice per il Giuliani calciatore, la vittoria della Coppa Uefa, quei suoi guanti sulla Coppa, a fianco di Maradona”.

Dai e dai
“Districandomi tra il lavoro e tutto il resto, mi ci sono voluti all’incirca due anni e mezzo. La “scossa”, diciamo così, è stata per me la morte di Gianni Mura, gli avevo parlato del mio progetto, lo trovava interessante, “buttati” mi aveva detto e mi sono infine deciso. Poi, ha voluto dire anche la pandemia, quello stallo che abbiamo vissuto, mi ha fatto cominciare ed è pure stato così la sua parte terapeutico”.



Un viaggio
“Un po’ col telefono ma ne ho incontrate tante di persone che mi hanno condiviso i loro ricordi. C’è pure chi ha detto no, non ha voluto pronunciarsi e non ha voluto incontrarmi e devo anche aggiungere che è stato utile pure per me uscire dalla routine del lavoro lì del giornale, quel nostro continuo “macinare””.

Nelle “sue” città
“Sinora il libro l’ho presentato nelle città in cui Giuliani ha vissuto e giocato: Arezzo, Como, Verona e Napoli. Atmosfere sempre particolari e mi piace qui ricordare giusto Arezzo, oltre 70 persone, c’erano dei compagni di squadra, a partire dai giovanissimi sino alla prima squadra, s’era tutti in una sala, lì, dello stadio: è stato proprio un momento partecipato e bello”.



Paolo Tomaselli
GIULIANO GIULIANI,
PIÙ SOLO DI UN PORTIERE

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LA SCHEDA
 ▪ Classe 1958, romano di nascita ma cresciuto poi con gli zii ad Arezzo, Giuliano Giuliani l’esordio tra i prof, in serie C, l’ha fatto proprio con l’Arezzo, vestendo poi via via le maglie del Como (due campionati di A, due di B e un altro ancora di A), Verona (tre stagioni in A), Napoli (due in A, con la vittoria il primo anno – l’88/89 – della Coppa Uefa e dello scudetto nell’89/90) e Udinese (due di B e uno di A).
▪ Classe 1978, Paolo Tomaselli è nella redazione sportiva del Corriere della Sera dal 2002 e prima del calcio, si è occupato per anni di ciclismo. Nel 2011 ha vinto il premio Coni-Ussi under 35 per la sua attività giornalistica e ha pure pubblicato Le leggende della Juventus (Diarkos, 2020)