Classe 1969, ha vestito via via le maglie di Passirio Merano (Interregionale), Benacense Riva (Interregionale), Spal (C2), Crevalcore (Interregionale), Pavia (C2), Livorno (C2), Ravenna (C1-B), Venezia (B-A), Napoli (B), Torino (B) e Vicenza (B). Come attaccante ha fatto gol in tutte le categorie, dall’Interregionale alla serie A ed è tuttora in cima alla graduatoria per quel che riguarda i marcatori in serie B: per lui sono ben 135 i gol. Complimenti, ancora.
“Non avevo certo idea di fare il commentatore tecnico, la cosiddetta seconda voce, proprio no. Infatti avevo fatto il corso da diesse, pensavo potesse essere quello il mio lavoro futuro e in parte l’ho pure fatto per un paio d’anni a Vicenza, stagioni così così e allora mi sono messo a fare altro, il consulente finanziario. Ricordo ancora la telefonata che mi arrivò quel giorno, Dazn era agli inizi, avevano appena rilevato i diritti per la B: mi andava di provare con loro? Un po’ spiazzato lo ero, ma poi mi sono detto perché no? Così la mia prima partita è stata Benevento-Lecce e sono passati cinque anni da allora”.
Mondo bello e privilegiato
“Bisogna per forza applicarsi, c’è sempre e sempre da imparare. La gioia che provo è quella di poter stare comunque un po’ dentro a un mondo che ho frequentato per 40 anni e mi piace ancora girare un po’ per gli stadi – ora magari lo si fa meno di prima – capita che la gente ancora mi riconosca ed è un mondo per me ancora affascinante, bello e privilegiato e anche se in una veste diversa, mi fa piacere starci vicino”.
Preparazione
“Le “mie” partite le so grosso modo una decina di giorni prima, un pacchetto di tre-quattro incontri e devo dire che Dazn ci supporta molto bene con tutta una serie di statistiche, le ultime tre formazioni e tanto altro ancora. Quindi per me il lavoro maggiore deriva proprio da quel che succede in campo, dalle caratteristiche che può avere una squadra, se pressa alto, quale il lato forte eccetera”.
Errori e critiche
“No, non trovo difficile sottolineare gli errori, magari è chi ha fatto l’errore che fa fatica ad accettare la critica. Quando capita mi pare giusto così sottolinearli, come d’altra parte faccio quando vedo delle giocate bellissime, solo che non sto lì a rimarcarli mille volte, ecco”.
Atmosfera diversa
“Andare in giro per gli stadi non è che mi dia particolari emozioni, no: ho finito di giocare a 38 anni, il calcio giocato non mi è così mai mancato. Comunque è sempre un momento bello – mi sento fortunato – quando capita di entrare lì in mezzo, specie là dove ho giocato. Però mi accorgo che il tutto lo vivo in maniera più distaccata”.
Amarcord
“Non posso certo dimenticare il mio esordio, quel Benevento-Lecce finito 3 a 3. Era passata appena una settimana dalla proposta, io che sono andato a sentire quel che dicevano Marcolin e Adani, proprio la paura che avevo addosso di fare degli errori, chissà quanti stavano a sentire, quanta tensione… Sempre speciale è poi andare al Maradona a Napoli o al Menti a Vicenza, sono stati “miei” quegli stadi”.
Scarpini stop
“No, no, non gioco più. Ginocchia così così, ora mi dedico un po’ al padel. Anche a golf gioco meno di prima, qui i problemi sono a un gomito, faccio meno, cercando comunque di tenermi almeno un po’ in forma”.