Alberto Bollini, allenatore Under19

Scritto il 14/04/2023
da Pino Lazzaro

 Pagine Azzurre 



“Lì in panca sono partecipativo, molto partecipativo. Vivo il gruppo, vivo il gioco e cerco sempre di comunicare, voce e atteggiamenti. Sono ormai 35 anni che frequento panchine e certo negli anni ho via via cambiato il modo di gestire, lo stesso nervosismo che un tempo potevo avere. Naturalmente più maturo rispetto a quando avevo meno esperienza e magari più fuoco e tanto mi ha aiutato l’essere pure insegnante di educazione fisica, collaborando tuttora per Scienze Motorie con un paio di università”.

Il mondo è cambiato
“Sì, devo dire che mi sento utile, molto utile. Per come sono fatto, fondamentale per me sentirmi ed essere propositivo e attivo, sarà quando scadrà questa mia spinta personale, che per l’appunto utile non mi sentirò più. Penso ai ragazzi e penso al piacere dello spogliatoio, lo stare assieme ai compagni, alla conoscenza del gioco nelle due fasi e aggiungo il bisogno che hanno – ne sono convinto – di divertirsi. È un mondo cambiato il loro, la comunicazione, tutto così veloce: in effetti quella del divertimento può essere una voce di cui può venire a mancare un po’ il sapore”.



Occhio al “tu”
“Un qualcosa che ho visto più in questi ultimi anni, fatti come detto da una comunicazione velocissima. Si potrebbe vedere della spavalderia, anche della maleducazione ma se quel “tu” è fatto nel modo giusto, in cui capisci che c’è educazione, allora per me è un modo quello per cui il ragazzo prova ad avvicinarsi: in tanti adesso mi danno del “tu” e non mi dà fastidio”.

Spiegare le scelte?
“Intanto, in generale, trovo che tra spiegazione e giustificazione ci sia una linea proprio sottile: per me spiegare una scelta a un ragazzo è far sì che non vengano meno coinvolgimento e motivazione. C’è da dire che ora sono 5 le sostituzioni, davvero si gioca in 16, nei club spesso ogni tre giorni e davvero tutti nel gruppo devono farsi trovare pronti. Sto parlando di club, perché qui in Nazionale non c’è certo bisogno di dare spiegazioni, no”.



Il bicchiere è mezzo pieno
“Sono ragazzi molto svegli, che sanno stare al passo della velocità di questo nostro mondo attuale. Sei tu dunque che devi saperti aggiornare e in genere io vedo comunque il cosiddetto bicchiere mezzo pieno: sta comunque a noi “grandi” impegnarci e contrastare là dove magari avvertiamo giusto superficialità”.

Già professionisti
“D’accordo, U19, ma in effetti sono tutti dei professionisti. È un campionato, quello dei Primavera, in cui ci si allena tutti i giorni, spesso pure di mattina, in supporto alla prima squadra e resta così il nodo della scuola, private o in strutture giustamente messe a disposizione dalle società”.



Apertura e conoscenza
“Un tempo c’era certo, come dire, più deferenza, magari anche un po’ di timore, un po’ con gli allenatori quel che capitava con i professori per dire. Come ho detto prima, i modi ora potrebbero anche sembrare irriverenti, ma io penso invece che se l’allenatore riesce a stare al passo con i ragazzi e non penso solo al calcio, al loro tempo libero, alla stessa musica eccetera, con un approccio insomma aperto, mostrando sia conoscenza che interesse, ecco che loro si avvicinano di più, lo capiscono subito come ti poni”.

Più qualità
“Di esperienze ne ho messe assieme molte. Da tutte le categorie giovanili a primo allenatore nei dilettanti e nei professionisti e l’essere arrivato in Nazionale mi fa utilizzare al meglio quel che conosco, un lavoro fatto insomma di più qualità. A suo tempo la quotidianità del campo mi sarebbe certo mancata troppo, ora invece studio, seguo le partite e i ragazzi ed è così per me una quotidianità di qualità. Magari quel che un po’ mi manca è la partita, quella scadenza fissa, ecco”.



Tanta consapevolezza
“Quella dell’Élite Round è stata una grande esperienza, direi pure meravigliosa. Avevamo davanti Germania e Belgio, con loro giocatori che già giocano nei campionati, in Conference e pure in Champions. Pareva insomma un girone proibitivo e la risposta del gruppo, la sua compattezza e la crescita individuale di ciascuno, di certo ha dato nuova consapevolezza, sempre con l’orgoglio, anche qui consapevole, della maglia azzurra. Ora hanno il loro campionato, poi ricaricheranno le pile e avanti, andremo a vedere…”.



LA GUIDA
Dopo la prima fase di qualificazione all’Europeo, con la nostra U19 che – a pari punti – per la classifica avulsa si era piazzata terza dopo Polonia ed Estonia, dal 22 al 28 marzo scorsi i nostri azzurrini hanno affrontato nella seconda fase, il cosiddetto Élite Round, Germania (vincendo 3 a 2), Slovenia (0-0) e Belgio (1-1), risultati che hanno significato vittoria del girone e qualificazione alla fase finale del Campionato Europeo in programma a Malta dal 3 al 16 luglio. Oltre all’Italia e a Malta quale paese ospitante, si sono qualificate Grecia, Islanda, Norvegia, Polonia, Portogallo e Spagna. Il sorteggio per la composizione dei due gironi da quattro squadre si svolgerà a Malta, a La Valletta, il prossimo 19 aprile.

▪ IL GRUPPO (per l’Élite Round)
Portieri: Davide Mastrantonio (Triestina), Lorenzo Palmisani (Frosinone);
Difensori: Fabio Christian Chiarodia (Werder Brema), Lorenzo Dellavalle (Juventus), Michael Olabode Ayode (Fiorentina), Filippo Calixte Mane (Borussia Dortmund), Filippo Missori (Roma), Iacopo Regonesi (Atalanta), Riccardo Stivanello (Bologna);
Centrocampisti: Lorenzo Amatucci (Fiorentina), Giacomo Faticanti (Roma), Justin Kumi (Sassuolo), Luca Lipani (Genoa), Niccolò Pisilli (Roma);
Attaccanti: Luca D’Andrea (Sassuolo), Francesco Esposito (Inter), Luis Hasa (Juventus), Luca Warrick Daeovie Koleosho (Espanyol), Antonio Raimondo (Bologna), Samuele Vignato (Monza).


▪ Classe 1966, Alberto Bollini ha dalla sua un curriculum davvero lunghissimo tra settori giovanili e prime squadre, sia dilettantistiche che professionistiche. Diplomato Isef, è entrato nel Club Italia nel 2019, guidando l’anno dopo la nostra U20 alla vittoria nel Torneo 8 Nazioni.