Il gol più importante
“Quello della promozione… credo proprio di sì. Più che altro, è quello che ha creato maggiore felicità. Mi sto accorgendo a Cagliari, e in Sardegna, di un’euforia incontenibile, una gioia tangibile che si respira partendo dai bambini e arrivando agli anziani. C’era una fame incredibile di Serie A. Questo gol al 94’ ha regalato un qualcosa che non si aspettava più nessuno. È stato un regalo veramente speciale per i sardi. Soprattutto, vederli così felici mi rende ancora più orgoglioso. È bellissimo”.
Premonizioni
“Dalla mattina avevo una sensazione giusta, sia di vincere sia di poter fare gol. Una volta entrato dalla panchina, mi sono detto che una palla mi sarebbe potuta arrivare, e che quindi avrei dovuto essere lucido nel non farmela scappare. Dentro l’area di rigore non ho pensato a molto, ho solo cercato di trovare la sistemazione giusta e leggere nel miglior modo possibile quel cross di Gabriele Zappa. Poi, dopo, c’è stata un’esplosione di emozioni non facili da descrivere, ma comprensibili guardando video e foto dell’esultanza. Si capisce cosa hanno provato, oltre me, i miei compagni, il mister e i tifosi”.
Al San Nicola di scena una Seria A2
“Vedere piazze come Bari in Serie B non mi rende felice. Ognuno guarda la propria squadra, però Bari merita molto di più. Prima della finale di ritorno, avevo detto che sembrava un contesto da Champions League. Non credo che ci siano tante sfide in Serie A con quell’atmosfera. Abbiamo meritato di salire, soprattutto ai playoff, ma spero che anche il Bari nei prossimi anni possa farcela”.
Salto di categoria per Frosinone, Genoa e Cagliari
“Anche il Parma avrebbe meritato, o lo stesso Bari per il campionato che ha disputato. Secondo me, complessivamente, sono arrivate in fondo le squadre migliori. I playoff sono un terno al lotto, basta un episodio per far cambiare la partita e la serie. Siamo stati bravi e lucidi, in ogni gara, nel saper ribaltare i momenti difficili e tenerci stretti quelli belli. Il mister e noi squadra, costruita per salire, abbiamo fatto tutto quello che c’era da fare agli spareggi. Altre compagini probabilmente, nei frangenti positivi, si sono sentite molto più forti di noi e hanno pagato a caro prezzo questo approccio. A Cagliari, la partita più sentita era quella contro il Venezia, sia perché era secca sia perché era quell’avversario (l’anno prima lo 0-0 contro i lagunari aveva decretato la retrocessione in cadetteria dei rossoblù, ndr), c’era tanto in palio. Una volta passata, era tutto leggermente più in discesa (sorride, ndr)”.
Difficoltà
“Tra novembre e dicembre era abbastanza tragica. Mi ricordo la partita casalinga vinta 3-2 all’ultimo contro il Perugia l’11 dicembre scorso, eravamo più vicini ai playout che ai playoff. La situazione a Cagliari non era semplice, si aspettavano un campionato di vertice, invece eravamo più verso metà-bassa classifica. Quello è un momento che ha fatto tentennare un po’ tutti. Però è proprio lì che abbiamo creato la vera forza di questa squadra: il gruppo”.
Altra Serie A dopo Sassuolo
“Con gli emiliani è stato bello, siamo stati in testa dalla prima all’ultima giornata. È stato un cammino non facile come uno può immaginare, ma è andato per tanti mesi liscio come l’olio. Ero un ragazzo, avevo tanta fame di arrivare in Serie A e magari non mi accorgevo delle sfumature; invece, stavolta, è stata veramente dura e sudata dal primo minuto del ritiro estivo. Nessuno ci ha regalato qualcosa, abbiamo commesso tanti sbagli, ma per fortuna siamo sempre rimasti in piedi. Hanno provato a schiacciarci la testa e non ci sono riusciti. Arrivare all’obiettivo così, gonfiando la rete in pieno recupero, sicuramente è un’emozione ancora più bella”.
Dediche
“Ai famigliari, e a tutte le persone che lavorano per il club e non vengono mai nominate, che sono veramente il Cagliari calcio. Noi poi andiamo in campo con la maglia dei quattro mori, però senza di loro questa Serie A non avrebbe lo stesso sapore e non ci saremmo nemmeno arrivati. Il mio pensiero è per tutti i ragazzi del Cagliari, che l’anno scorso hanno sofferto con noi a Venezia. Sono rimasti, magari qualcuno ha perso il lavoro o dei soldi, ma quest’anno gioiscono con noi. Se la meritano più di tutti”.
Un aggettivo per Ranieri
“Magico. Tutto quello che tocca è poesia, fa sembrare ogni cosa più bella di quello che realmente è. Fa appassionare chiunque a quello che dice”.
Il futuro
“Intanto, me la sto godendo dopo un’annata estenuante. Stiamo festeggiando la promozione, cerco di staccare la testa. II 10 luglio, quando ci raduneremo, penseremo alla nuova stagione e faremo, con la società, tutte le valutazioni del caso”.