Pagine azzurre, Maurizio Viscidi

Scritto il 04/08/2023
da Pino Lazzaro


Ricorda e sottolinea intanto che lui di finali ne aveva vissute sinora sette: tutte perse, così giusto “solo” medaglie d’argento: tre con l’Under 17 (due poi ai rigori), due con l’Under 19, una con l’Under 20 (al recente Mondiale) e una con l’Under 21. Ora finalmente con l’Under 19 è arrivata la vittoria, la medaglia d’oro che gli fa dire che “per visibilità e risonanza, vale da sola più delle dieci d’argento”.

Sotto allora con l’Under 19

“Volentieri. Quel che forse più di tutto mi ha colpito è il riandare a quel nostro primo turno di qualificazione per l’Europeo, sconfitta per 2 a 0 con l’Estonia, giusto due contropiedi. Lì è stato importante il non mettere da parte la ricerca comunque di un calcio propositivo e per fortuna c’è stato poi il ripescaggio grazie alla differenza reti: da ripescati a campioni d’Europa”.

Le sconfitte insegnano di più

“Sì, specie a livello giovanile proprio da una sconfitta si può imparare di più, quanto fondamentali possano essere gli episodi, quanto necessario allenare pure l’attenzione. Lì a Malta, nella prima partita col Portogallo, abbiamo perso per 5 a 1: è stato un altro insegnamento in un altro momento difficile, ci ha fatto crescere”.



Che stagione

“A conti fatti è stata proprio una grande stagione, potrei dire anche “impressionante”: la nostra federazione è l’unica ad aver portato tutte le squadre alle fasi finali dell’Europeo, con l’U20 per la prima volta vice campione del mondo e l’U19 con l’oro europeo dopo vent’anni. Segno pure che il lavoro del Club Italia sa e riesce a incidere, grande soddisfazione”.

Insegnamenti

“S’impara sempre, ogni volta, ancora e ancora. La voce agonismo? Senza intensità non s’arriva a nulla. Tecnica? Se in campo non hai almeno un paio di giocatori bravi nell’uno contro uno, fai fatica. Tattica? Non c’è un unico sistema, a pressare devi saperlo fare sia alto che basso. Fisico? Avere in campo giocatori multietnici è davvero una risorsa”.

Fondamentale

“E poi il gruppo… se arrivano a essere squadra fuori dal campo, lo sono poi pure lì dentro. Allora giocano con e per il compagno, chi gioca meno s’impegna uguale nell’allenamento e il tutto vale pure per la stessa professionalità dell’intero staff, quel che “mostrano” facendo quel che fanno, come lo fanno. Se sei superficiale, per dire se mangi male, se hai poco rispetto del materiale… tutto questo te lo porti poi sul campo”.



Verso quale calcio

“Inutile ormai parlare di 4-4-2, 4-3-3 eccetera, non esiste più un solo modo per le varie fasi. Visto come sul campo il rapporto tempo-spazio si va facendo sempre più stretto, fondamentale diventa ora il “duello”, sia in fase difensiva che d’attacco, che non vuol dire in ogni caso marcatura a uomo. Da un concetto di ruolo si sta passando a quello più ampio di funzione e faccio qui l’esempio del portiere, di come la costruzione dal basso l’abbia ormai fatto diventare in pratica il primo costruttore del gioco”.

Ci cercano

“Ricordo anni fa quanto fosse difficile per noi come settore giovanile già fare delle amichevoli con le “grandi”, semplicemente non ci consideravano competitivi. Ora è proprio tanto cambiato, la stessa Inghilterra (loro sempre un po’ “supponenti”) a proporre e proporsi, idem la Spagna, con cui abbiamo il reciproco impegno, dall’U15 su su sino alla 19, di fissarne almeno una o due di amichevoli, per ciascuna singola età. Ci dicono che così crescono, certo una soddisfazione, ma vale anche per noi naturalmente”.

Il passo che manca

“Risultati che indicano che la strada è giusta, che bisogna insistere. Ma perché così pochi poi arrivano a giocare in prima squadra, come mai manca una reale progettualità per il loro inserimento? Credo che una delle questioni sia che qui da noi quel che quasi sempre conta è giusto l’immediato risultato sul campo, non certo la valorizzazione dei giovani, di cui spesso non ci si “fida” e non è un caso che ora se ne vanno all’estero, lì c’è una maggiore apertura. Aggiungo che non sono poche le realtà che qui da noi il settore giovanile lo vivono purtroppo più come costo che come investimento”.