Classe 1990, sassarese, Luigi Scotto ha via via giocato con Cosenza (C1), Pergocrema (C1), Santarcangelo (C2), Alessandria (C2-C), Torres (C-D), Rieti (D), Mantova (D), Latte Dolce Sassari (D); infine, dal 2021/2022, di nuovo con la Torres: la prima stagione in D, la seconda in C.
“Certo che ci ho pensato e così mi sono detto: qual è? Dai e dai ho finito per riandare a quella che ho giocato col Mantova, eravamo in D, contro il Lentigione. Sono stato proprio bene lì da loro, la giocammo in casa quella partita e ne segnai quattro quel giorno, una quaterna che forse è pure un record per il Mantova anche se, sempre forse, già negli anni 80 può essere che fosse già successo: in ogni caso, come si fa a non ricordare? No, non è stata la mia unica, altri quattro gol in una partita li ho fatti l’anno dopo, sempre in D, giocavo nel Latte Dolce (un quartiere della città) Sassari”.
Sequenza
“Il primo su rigore, il secondo è stato anche bello, a giro sul secondo palo; il terzo su punizione, non lontano dal calcio d’angolo, ancora sul secondo palo e il quarto ancora su rigore, il gol del 4 a 2, vincevamo 3 a 0, poi per 3 a 2, così è finita. L’immagine? L’abbraccio dei compagni sotto la curva… proprio una giornata speciale”.
Niente rimpianti e avanti
“Sì, sicuramente avrei potuto fare di più, però è pur vero che a volte si fanno delle scelte… quel che conta comunque è non avere rimpianti, è sempre avanti che bisogna guardare, continuando pure a essere sognatori. Certo, a 33 anni sarà dura che magari una squadra di serie B possa volermi, però di ambizioni bisogna continuare ad averne e chissà, posso sempre “sognare” di arrivarci con la squadra della mia città”.
Nello spogliatoio, con loro
“Come capitano sono uno che si fa in quattro per tutti, quello spogliatoio che altro non è che la nostra seconda casa, alla fine, gira e rigira, si passa praticamente più tempo tra compagni che in famiglia. Grazie al calcio ho avuto modo di farne tante e tante di amicizie, come detto di anni ora ne ho 33 e non sono certo un “vecchietto”. Con i giovani? Spero capiscano che i sacrifici ci vogliono, sono necessari, senza mai pensare poi di essere arrivati”.
Dopo
“Ci sto pensando, sì. Ho fatto intanto un po’ di corsi, AIC e Figc, per tenermi aggiornato e ho pure preso il patentino Uefa C, anche se non credo che sarà l’allenatore la mia strada: ora come ora penso piuttosto a ruoli quali team manager o direttore sportivo”.