La partita che non dimentico... Michele Cavion

Scritto il 19/09/2023
da Pino Lazzaro

Classe 1994, vicentino di Schio, Michele Cavion ha via via giocato con Vicenza (B), Reggiana (C), Feralpisalò (C), Carrarese (C), Cremonese (C-B), Ascoli (B), Brescia (B) e ancora Vicenza (B-C).

 



“Se possibile, ne vorrei ricordare due (naturalmente ok; ndr). La prima è il mio esordio tra i professionisti, era il 15 dicembre del 2012 e me lo ricordo così bene anche perché è capitato una settimana giusta dopo il mio compleanno. Ero allora in Primavera lì col Vicenza, la squadra del mio cuore, ogni tanto aggregato alla prima squadra, già la convocazione quella volta non me l’aspettavo, però è vero che ne mancavano parecchi di noi”.



Gambe tremanti
“Contro l’Empoli, loro in lotta per la Serie A: secondo tempo, mancava meno di mezzora alla fine e il mister, era Breda, mi dice di scaldarmi. Erano tre allora le sostituzioni, ce n’erano altri in panchina più blasonati e anche questo non me l’aspettavo, magari giusto un paio di minuti alla fine, chissà. Invece ne mancavano 25-20 quando mi hanno chiamato per entrare. Per quel che ricordo, è quella l’unica partita in cui per davvero all’inizio sentivo che mi tremavano le gambe e non è che l’abbia realizzato proprio subito che stavo… entrando”.


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“A fine partita, quella foto con la “mia” maglia, c’era per la prima volta il mio nome dietro, la n. 34, io in prima squadra, come ho detto nella mia squadra del cuore, tutta la trafila del settore giovanile. Perché il 34? Sono loro che me l’hanno data, quella e stop”.



Gol al 96’
“La seconda è quand’ero con la Cremonese, in B, l’ho fatta completa quella volta la stagione. Eravamo a Cittadella: 1 a 0 per noi, loro pareggiano e due di noi vengono poi espulsi, nove contro undici, loro che attaccano e attaccano. Era il 96’, palla persa da loro nella nostra metà campo e mi sono involato verso la loro porta, erano tutti su, ho fatto gol. Sai, non capire più niente, lì a correre come un pazzo per il campo”.

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“Tutti, panchina compresa, lì a prendermi, sommerso”.



Il sogno resiste
“Devo dire che finché giocherò, me lo porterò sempre con me il sogno di riuscire a giocare una partita in Serie A. Dopo la B, sono tornato a Vicenza in C dopo dieci anni, chissà, arrivarci magari con questa maglia, con questa “mia” squadra. Se poi non arriverà, pazienza, io so di aver sempre dato il massimo, d’essere sempre stato uno serio, impegnato negli allenamenti, dedicato e attento all’alimentazione, al riposo, a tutto: è per questo – me lo devo ricordare – che ne ho già fatte più di 300 di partite da professionista”.



Nello spogliatoio
“Lì dentro sono uno sempre al centro degli scherzi, sia nel farli che nel subirli. Penso di aver la qualità di non essere permaloso e se rivado anche un po’ a tutti i compagni che ho avuto, mi pare proprio di non aver mai avuto un brutto rapporto con nessuno. Cerco di fare gruppo, di voler bene e farmi voler bene, di dare una mano e capita pure di riceverla”.



Dopo
“Finché continuerò a giocare, lo considero giusto questo il mio mondo, quello che mi ha accompagnato fin da bambino e voglio così continuare a dare il massimo. Però so che il futuro arriverà, fisiologicamente un giorno dovrò smettere… intanto ho fatto la triennale in Scienze Motorie e ora sono giusto a un esame per finire la specialistica, gli altri due anni, Management dello Sport, e si vedrà”.