Un’Italia dimenticata

Scritto il 24/09/2023
da Stefano Ferrio

Il mirabile archivio fotografico AIC sforna stavolta una rete d’autore segnata dal “Fornaretto” Amadei alla Francia

 



Marcia trionfale
Che forte, quell’Italia che il 3 giugno 1951, al Ferraris di Genova, batte 4-1 in amichevole la Francia. Marcia trionfale di cui qui “scorgiamo” il terzo gol, siglato da Amadeo Amadei, detto “Il Fornaretto” per la professione di famiglia, indimenticato bomber di Roma e Napoli.



Percorso (quasi) immacolato
Proprio forte, era quell’Italia. Va bene che nel 1950 ai Mondiali del Brasile si fa buttare fuori dalla “bestia nera” Svezia, da sempre indigesta per gli azzurri, ma in fondo è solo una macchia lungo un percorso di vittorie quasi immacolato: 4-1 al Portogallo, 3-1 alla Spagna e 3-1 all’Austria nel 1949, quando peraltro giocano in azzurro quelli del Grande Torino caduto a Superga; 2-0 al Paraguay nell’altra partita del Mondiale del ‘50; un altro 4-1 al Portogallo nel maggio del ‘51. Prima di incontrare i transalpini ci stanno due pareggi, con la fortissima Ungheria dell’epoca e con la sempre ostica Jugoslavia, e nessun’altra sconfitta.
L’impressione è che una certa scia, imboccata con il doppio titolo mondiale degli anni ‘30, sia ancora lungi dall’esaurirsi e che, in effetti, tocchi ai successivi Mondiali svizzeri del 1954, nefasti per l’eliminazione subita dagli stessi elvetici e dai belgi, riportare a terra una squadra azzurra poi attesa dalla traversata nel deserto che si concluderà solo con l’insperato titolo europeo del 1968.



Un’Italia di campioni
D’altra parte, puntando l’obiettivo su questa amichevole di Genova, si scopre una formazione dotata di enormi talenti, soprattutto in attacco. Qui, oltre al Fornaretto “de Roma”, che è uno da 204 gol in carriera, giostrano il pallone atleti come Giampiero Boniperti, detto “Marisa”, che assieme all’argentino Omar Sivori e al gallese John Charles comporrà il favoloso “Tris d’assi” della Juventus, e come Benito Lorenzi, in arte “Veleno”, che ha fatto a suon di risse e di gol la storia dell’Inter negli anni ‘50.



Tutta Genova allo stadio
Il pubblico di Genova è il primo a sapere di tanto valore in campo, al punto da dimenticare la propria leggendaria tirchieria e spendere la bellezza di 500 lire per un posto di gradinata, in un’epoca in cui la busta paga di un operaio si aggira sulle 3000 lire e al cinema, per vedere film come “Quo vadis?” e “Bellissima”, si pagano biglietti da 200 lire. Né sembra un caso che, in quell’Italia del Dopoguerra alle prese con quotidiane ristrettezze, le folle oceaniche accorrano soprattutto lungo le gratuite strade del ciclismo, come testimoniano i giornali sportivi che danno notizia di questa partita con risalto molto contenuto. I titoloni di apertura sono invece riservati ad Adolfo Leoni da Gualdo Tadino, sprinter primo sul traguardo di una Bologna-Brescia destinata a scomparire dal calendario delle classiche nazionali.
Un’altra Italia, da ogni punto di vista.