Pagine Azzurre
“La mia traiettoria, chiamiamola così, è iniziata col calcio sino ai 12-13 anni, poi la pallacanestro che nel tempo, sino ai 18-19 anni, è diventata qualcosa di più strutturato, lì nella squadra della mia città, c’era pure Gianluca Basile come compagno di squadra (209 presenze in Nazionale, tra l’altro argento alle Olimpiadi di Atene 2004 e oro agli Europei di Francia 1999; ndr). Sono poi arrivato al futsal e avevo 26 anni quando quel grave incidente stradale m’ha fatto smettere. Già avevo un primo patentino per allenare e così ho cominciato, proprio dal basso, passo dopo passo, arrivando infine alla Nazionale”.
Un mix complesso
“Io vedo il futsal come un mix tra calcio e pallacanestro: gioco complesso, intanto perché si gioca con i piedi e non con le mani, poi perché si è praticamente sempre in “zona palla”. Partendo da qui, ecco così la necessità continua di studiarlo, di capirne l’evoluzione, per migliorarmi e migliorarci”.
Spina sempre attaccata
“No, il cosiddetto quotidiano di aver sempre a che fare con una squadra non mi manca. Questo perché tra Nazionale maggiore e U19 posso proprio dire che assieme allo staff sono e siamo sempre con la spina attaccata, sempre impegnati a vedere, rivedere, a ricercare cose nuove, a studiare, per un calcio, il nostro, così in evoluzione”.
Identikit
“Come allenatore non sono un estremista, né democratico, né sergente di ferro. Per come la vedo io, la leadership è fatta essenzialmente di efficienza e inclusività, provando sempre a tener conto di tutte quelle dinamiche che possono stare dietro a quella che poi viene definita la performance. Bisogna comunque tener conto che di base, proprio una scelta condivisa, c’è il rinnovamento che stiamo portando avanti, rinnovamento che ha come “sogno” la qualificazione al Mondiale del 2024, con i vari step intermedi per provare a realizzarlo quel sogno”.
Il ranking “parla”
“Guardando il ranking c’è da dire che è stato sinora un cammino incoraggiante il nostro. E parlando di rinnovamento, parto appunto dall’U19 che nelle precedenti tre edizioni dell’Europeo non si era qualificata alla fase finale, cosa che è invece successo nelle ultime due edizioni, con in più, nell’ultima, il mancato accesso alla semifinale giusto per la differenza reti di un gol. Così dal ventesimo posto nel ranking di qualche anno fa, siamo passati al settimo e dopo l’ultimo Europeo al quarto o al quinto, si vedrà. Un dato insomma che mostra lo stato di salute del movimento”.
La tendenza
“Certo, fisico e veloce il futsal lo è già da tempo e la tendenza, punendo per esempio le cosiddette mani addosso che erano contatti prima permessi, è far sì che venga data ancor più possibilità ai giocatori di esprimersi, di mettere sul campo la loro creatività, in modo che il gioco diventi ancor più spettacolare, che possa fluire più e meglio”.
Sognando il Mondiale
“Il “sogno” dunque del Mondiale, visto che nella edizione precedente non ci siamo qualificati. Aggiungo altri dati: venivamo da un’età media di 32,8 anni ed erano parecchi i giocatori non di formazione italiana. Ecco così, assieme all’idea del rinnovamento – nell’ultima convocazione l’età media era di 26,4 ma siamo arrivati pure a 24,8 – c’è pure quella di ampliare la presenza di giocatori cresciuti in Italia. Queste sono dunque le priorità con cui tener vivo il sogno del Mondiale, quello del 2024 o quello tra quattro anni ancora: prepararsi e migliorare per…”.