In onda: Fabrizio Ravanelli

Scritto il 06/10/2023
da Pino Lazzaro


“Quel che a suo tempo mi ha convinto a iniziare è stato che era un modo per stare attivo nel mondo del calcio. In effetti l’idea era quella di fare l’allenatore ma non è poi un qualcosa di “facile”, ce ne sono tante e tante di dinamiche, che spesso non coincidono con le tue. In questo modo – ed è quello che mi piace di più – ho la possibilità di esprimere le mie idee di calcio, soffermandomi su come giocano le squadre, le scelte che fanno, potendo analizzare così le situazioni tecnico e tattiche, sia individualmente che appunto di squadra”.



Cambio di ruolo
“Per l’aggiornamento continuo a studiare tutti i calciatori delle due squadre che andrò a commentare. Aggiungo che ora come ora non sono più opinionista di una singola partita, ora ho un approccio più generale e così conta meno per me adesso la singola particolarità di una determinata squadra”.

Critiche e giudizi
“Sì, non è sempre facile riuscire a fare analisi a 360°, sempre restando coerenti e veri. Credo che quel che sia fondamentale è rimanere dentro al rispetto dei ruoli… la critica ci può stare, sempre però con professionalità ed educazione”.



Atmosfere
“Capita così di essere lì, sul campo, a pestare ancora una volta l’erba, a sentirne il profumo. Magari con lo stadio pieno e certo tornano le emozioni di allora, di quando ero giovane, le soddisfazioni fantastiche che ho provato e non può che esserci un’incredibile nostalgia… un passaggio comunque inevitabile, bisogna capirlo e stop”.

Quella partita
“Ricordo in particolare quel 3 a 1 della Juve al Real Madrid, al Bernabeu, quella cosa impossibile che sembrava invece possibile e che poi è sfumata (aprile 2018: dopo lo 0-3 di Torino, la Juve vinceva 3 a 0 e giusto nel recupero, un rigore di Ronaldo qualificò il Real alle semifinali; ndr). Una partita epica che penso sia proprio rimasta nel cuore di tutti gli juventini… quante emozioni”.



In bici
“No, non gioco più a calcio, semplicemente perché non posso farlo. Certo che rimane sempre lui, sì, il calcio, la priorità, quel che più conta. L’hobby che ho è quello della bicicletta, mi ci sono appassionato: c’è chi riesce magari a giocare ancora, chi si dedica al padel… ecco, a me piace andare in bici”.



Classe 1968, ha vestito via via le maglie di Perugia (C2-C1), Avellino (B), Casertana (C1), Reggiana (B), Juventus (A), Middlesbrough (Premier League-First Division), Olimpique Marsiglia (Ligue 1), Lazio (A), Derby County (Premier League-First Division), Dundee (Scottish Premier League) e Perugia (A-B). Nel palmares: due scudetti, due Coppe Italia, due Supercoppe Italiane, una Coppa Uefa e una Champions League. Ventidue le presenze con la Nazionale maggiore.