La partita che non dimentico... Andrea Settembrini

Scritto il 07/10/2023
da Pino Lazzaro


Classe 1991, di Arezzo, Andrea Settembrini ha via via giocato con Sansovino (D-Eccellenza), Pianese (D), Poggibonsi (C2), Pontedera (C1-C), Feralpisalò (C), Cittadella (B), Virtus Entella (B) e Padova (C); a “casa”, ad Arezzo, dall’estate del 2022: prima stagione in D, la seconda in C



“Certo che ci ho pensato, fortunatamente in questi miei 11 anni da professionista ne ho fatte di partite, ma se posso qui vorrei ricordarne due (aggiudicato; ndr). La prima è Cittadella-Bari, turno preliminare dei playoff, nel 2018 e l’altra è Arezzo-Pianese, la partita con cui matematicamente siamo saliti, con l’Arezzo, casa mia, dalla D alla C, mi ricordo persino la data, era il 16 aprile di quest’anno”.

Ricordo /1
“Quello a Cittadella era il mio primo anno di Serie B, io che non l’avevo mai considerato proprio un traguardo ed è stato un campionato bello, giocando sempre, partita dei playoff il che vuol dire poter anche pensare alla serie A, un’esperienza che auguro a tutti. Si perdeva, poi noi davanti, pareggiano, i supplementari e passiamo noi e mi è rimasta dentro l’atmosfera di quella serata, lo stadio stracolmo”.


Ricordo /2
“Con l’Arezzo tanto ha voluto dire la scelta che avevo fatto, di cuore, sì, scendere in Serie D, col sogno – il primo sogno – di tornare tra i professionisti, perché il prossimo, chissà, è quello della Serie B. Partita in casa con la Pianese, loro secondi in classifica, 3 a 1 per noi e matematicamente promossi. In settemila allo stadio, bellissimo”.

Immagini / 1 e 2
“Come immagine per Cittadella ho quella foto che mi hanno fatto, la trovi pure in Instagram, io di spalle con lo sfondo tutta quella gente, quella mia maglia col mio numero e il mio nome. Con l’Arezzo, dopo il gol di Castiglia su rigore, 3 a 1 per noi, è fatta, l’abbraccio tra tutti noi, lì, sotto quella nostra curva, così attaccata al campo, quella curva che canta, tanti miei amici che sono lì, dei brividi dentro che faccio fatica a spiegare”.



A che punto
“Un punto bello questo della mia carriera che sto vivendo adesso. Con loro ne avrò altri due anni poi di contratto, sorta di decisione “a vita”, io che con la squadra della mia città non ci avevo mai giocato, questo sogno come detto già realizzato di tornare in C, chissà per la B. Io che sono stato limitato da qualche infortunio al ginocchio e sento che ora sto recuperando, sto tornando com’ero prima e mi sto proprio divertendo. Vado avanti, non ci penso, arriverò magari a 35, a 37, non so: adesso non ci penso e non ci voglio pensare”.



Io e loro
“Sì, sono il capitano e nei miei anni ho cercato sempre di prendere da tutti e certo il più grande, non me ne vogliano tutti gli altri, è certo Manuel Iori, lì a Cittadella. Ho giocato pure in Eccellenza, lì sì c’erano capitani che magari attaccavano al muro, ma ora è cambiato, non può essere più così. Di mio uso insomma un po’ il bastone e un po’ la carota, non tantissime parole ma cercando di mostrare, di essere un po’ d’esempio per i compagni e credo nel rispetto delle regole, lì posso pure essere un po’ duro”.



Cellulari spenti
“Col consenso dei compagni sto riproponendo quel che ho imparato proprio a Cittadella e cioè di non usare i cellulari nello spogliatoio. Lo so bene quanto lo usiamo, lo vedo in prima persona, però lì dentro la cosa più bella è la condivisione, i compagni mi sono venuti dietro e sono pure un po’ fiero di questo, credo nelle relazioni, nell’empatia che nasce e che poi c’è”.

Stop
“No, la domanda su quel che farò dopo, a fine carriera non me la devi fare. Quel che ho in testa adesso è di far bene, il meglio possibile, cercando di portare ancora più in alto questa “mia” squadra, questa piazza. Quando sarà, ci penserò…”.