Beppe Signori, perde solo chi si arrende

Scritto il 31/10/2023
da Pino Lazzaro

 Biblioteca AIC 

 



Incipit
Fa un caldo maledetto, a Roma. È il 1° giugno 2011. Sono venuto a trovare i miei tre figli adolescenti, sono rilassato e ottimista: non sono passati nemmeno tre mesi da quando ho ottenuto il patentino da allenatore al corso di Coverciano e attendo fiducioso la chiamata di una squadra per iniziare una nuova carriera, dopo aver appeso gli scarpini al chiodo da ormai cinque anni. Sto andando alla stazione Termini per prendere il treno che mi riporterà a Bologna, quando ricevo la telefonata di Tina, la mia attuale moglie. È agitata. Mi dice che sono arrivati dei poliziotti, hanno perquisito casa nostra, hanno buttato tutto all’aria, e che un ispettore mi sta cercando. La mia prima reazione è d’incredulità, arrivo a pensare a uno scherzo, ne ho già subiti di tremendi, finiti anche in tv. Ma questa volta sembra una cosa seria. Tina balbetta, piange… No, non è uno scherzo.



Ecco Signori
“Non ci è voluto molto a mettere assieme il libro, io e il mio avvocato, Patrizia Baldi, aspettavamo giusto la sentenza, il resto c’era già praticamente tutto, a parte gli aneddoti calcistici. Perché l’ho fatto? Primo per ribadire che si deve avere fiducia della giustizia; secondo per ricordare che c’è comunque pure una malagiustizia che arriva a far passare – letterale – anni e anni; terzo perché non ci si deve arrendere, come dice il sottotitolo: perde solo chi si arrende”.

Copertina: foto e titolo
“La foto è stata una scelta editoriale della Mondadori, mentre il titolo è proprio chiaro, quel ‘fuorigioco’ che rimanda sia al calcio che a quel mio trovarmi fuori da tutto”.

Presentazioni
“Ne abbiamo fatte diverse, in giro per l’Italia e le atmosfere che ho avvertito ogni volta erano di comprensione e di sofferenza. Con quella attesa che mi ha devastato, sti tempi interminabili, giorno dopo giorno e passa un anno intero senza niente, proprio niente, il fascicolo chiuso in un armadio… e penso a chi gioca a calcio, c’è la domenica successiva in cui puoi magari rifarti, qui no, proprio nulla, nulla”.

Adesso?
“Quando nel 2010 ho fatto il Supercorso a Coverciano il sogno era quello di poter allenare una squadra “vera”, ma di mezzo ci sono stati questi dieci anni infernali. Ora ho creato una mia accademia, l’Academy Beppe Signori 188, come i gol che ho fatto in Serie A. In giro per l’Italia, non è insomma una mia scuola calcio fissa, una quindicina massimo di ragazzini alla volta, classi dal 2009 al 2016. Loro sono delle spugne, assorbono subito e va bene così. Magari meno erba e più sintetici, è vero, però per me è un modo – bello – per ritornare e condividere”.



Sfogliando
(pag. 9) Ciò che infatti mi spaventa di più è l’idea di affrontare gli sguardi delusi di chi mi stimava e si fidava di me…
(pag. 10) È  iniziata la partita più difficile e importante della mia vita, ed è un gioco che non conosco, che mi fa paura; eppure non voglio perderla…
(pag. 16) Dieci anni della mia vita sono rimasti ostaggio di un’ipotesi, di una semplice, fottutissima ipotesi…
(pag. 40) … la mia caduta ha travolto tutta la mia famiglia, figli compresi, e tutti sono dovuti venire giù, nel fango, insieme a me… il dolore dei miei figli è stato il mio dolore peggiore, quello più maligno, quello contro il quale non vedevo rimedi…
(pag. 41) Nei giorni successivi, la mia vita non fu che questo: un lento sgretolarsi di tutto quello che avevo costruito, un crollo inesorabile. Attorno a me si accumulavano le macerie…



(pag. 60) … facevamo la partitella al campo di San Ciro, tornando dal quale, per rientrare negli spogliatoi dello Zaccheria (Foggia), attraversavamo il mercato tutti sudati, sporchi e infangati fra due ali di folla che ci acclamava e sosteneva con un calore e una partecipazione incredibili. Devo dire che era bellissimo…
(pag. 66) Sono diventato capitano (alla Lazio), capocannoniere, idolo dei tifosi, ma non dimenticherò mai gli anni di Foggia, la gioia spensierata di quell’epoca…
(pag. 69) La presunzione d’innocenza resta lassù, fra le nuvole, una triste utopia del tutto impotente nei confronti del tritacarne mediatico che ti assale…
(pag. 81) Zoff diceva che Gascoigne sembrava uno di quei jazzisti dal talento sconfinato, ma con l’ansia dell’autodistruzione…
(pag. 103) La legge dice che la durata ragionevole di un processo penale è complessivamente di sei anni, tre per il primo grado, due per l’appello e uno per il giudizio in cassazione. Il solo primo grado del mio processo è durato dieci anni…



(pag. 106) … l’accusato è parificato al condannato e la presunzione di innocenza, alla quale io stesso credevo soltanto adesso che ero l’accusato, non ti offre alcuna presunzione, sicché è molto difficile affrontare il giudizio degli altri…
(pag. 109) L’umiliazione è un sentimento sgradevole e subdolo, ti intossica, lascia strascichi molto difficili da rimuovere…
(pag. 125) È dura doversi vergognare di qualcosa che non hai commesso…
(pag. 159) Finalmente posso parlare con i giornalisti senza più timori, ora posso fissarli negli occhi, a testa alta, e guardare dritto dentro le telecamere…
(pag. 174) Il mio desiderio? Che mi ritengano innocente anche quelli che non hanno tifato per me e che non mi hanno voluto bene.



Beppe Signori
FUORIGIOCO - Perde solo chi si arrende
Prefazione di Fabrizio Failla
Sperling & Kupfer

 



LA SCHEDA
Classe 1968, Giuseppe Signori – detto Beppe – ha via via giocato con Leffe (D-C2), Piacenza (C1), Trento (C1), ancora Piacenza (B), Foggia (B-A), Lazio (A), Sampdoria (A), Bologna (A), Iraklis (“A” greca) e Sopron (“A” ungherese). Vice campione del mondo con la Nazionale azzurra (28 le sue presenze) a USA 94, è stato per tre volte capocannoniere in serie A (sempre con la Lazio: 26 gol nel 92/93, 23 nel 93/94 e 24 nel 95/96, assieme a Igor Protti).
(Dalla terza di copertina)
Il 1° giugno 2011 è stato arrestato nell’ambito di un’inchiesta legata al calcioscommesse e il successivo 9 agosto la FIGC lo ha radiato a vita. Dopo dieci anni di processi istituiti da più tribunali (Cremona, Bologna, Modena, Piacenza), viene assolto da tutti i capi di accusa per i reati non caduti in prescrizione, e il 1° giugno 2021 viene riabilitato dalla FIGC con un provvedimento di grazia emesso dal presidente Gabriele Gravina.