“Quel che a suo tempo mi ha proprio affascinato del beach soccer è stata la modalità del gioco, lì sulla sabbia, il mare a fianco, la spettacolarità delle giocate. Era il 2000-2001, lì sulla spiaggia di dove vivo (Terracina; ndr) si tenne una tappa del loro tour e per me l’impatto fu proprio forte… la gestualità tecnica e la necessaria resistenza. È arrivata poi la curiosità di scoprire i relativi risvolti tecnici e tattici, il cercare di approfondire”.
Identikit
“No, non ho dei modelli di allenatore a cui m’ispiro: cerco soprattutto d’essere me stesso, quello che sono. Ecco così che non è che sia rigido o democratico, quel che più conta è poi la coerenza. Le scelte in genere non le spiego, loro sono frutto delle valutazioni che sono conseguenza di tutto quello che facciamo. Dove invece cerco di essere più “presente” è nel caso di un’esclusione da una qualche manifestazione, quell’amarezza che non può non esserci, allora sì sento la necessità d’essere più… vicino”.
Niente alibi
“In panchina cerco di essere distaccato, cerco di viverla così e l’ho imparato negli anni, sì, con l’esperienza, ero più “agitato” un tempo. No, nessun problema con gli arbitri e in tutti questi miei anni di beach ne ho ricevuta giusto una di giornata di squalifica, dando quella volta la mano all’arbitro e applaudendolo, mostrando così che non ero proprio d’accordo. Aggiungo che pure con i giocatori non parlo mai degli arbitri, il tutto può anche diventare un alibi, è sempre sulla prestazione che vado a concentrami”.
La tendenza
“Tenendo ferma una certa rigidità tattica, con squadre impostate su determinati moduli, anche nel nostro calcio vedo che sta sempre più aumentando sia la fisicità che l’intensità, il che porta al fatto che c’è sempre meno tempo e meno spazio. Aggiungo che ormai ci si ferma sempre meno, giusto magari dicembre e gennaio, ormai si gioca dieci mesi l’anno, con un panorama internazionale a cui star dietro, compito proprio come c.t. per vedere, capire, anche “rubare” le novità da poter poi mettere in pratica. Vedi adesso, c’è da pensare alla preparazione al Mondiale di febbraio, con poi l’avvio della nuova stagione, il campionato da visionare e così via”.
Platea allargata
“Una grande spinta la sta dando ora il campionato U20, in cui tra l’altro ho avuto modo di vedere dei giovani che hanno di partenza molte più conoscenze di quante se ne potessero avere prima. In più, a “spingere”, c’è tutto il lavoro del settore scolastico della Figc, con i campionati per gli U15 e gli U17: c’è sviluppo ed è interessante”.
Maschi e femmine
“Certo, con le donne non è come con gli uomini, la metodologia degli allenamenti non può essere la stessa, idem per i carichi di lavoro, però di base anche con loro la mia di scelta è la stessa: essere quello che sono, ribadendo quell’aspetto della coerenza. Se mi danno del tu? Magari all’inizio c’è ancora chi mi dà del lei, ma poi fanno presto a passare al tu e non è poi questo il particolare che cambia le valutazioni sul merito e il valore del tecnico: vale per tutti e tutte”.
Febbraio 2024
“Sì, il Mondiale è l’obiettivo più prossimo e più importante. La prima aspettativa è quella di arrivare a competere con tutti, anche perché si sa che poi la vittoria è legata a tanti fattori, che so, la condizione fisica, la buona sorte, ce ne vogliono tanti di incastri, specie in uno sport come il nostro in cui ogni 30” c’è un tiro in porta…”.
▪ Classe 1973, Emiliano Del Duca è considerato (vedi il sito della Figc) il decano del beach soccer italiano: dal 2003 al 2016 il suo Terracina ha vinto tutto quello che c’era da vincere (piazzando nel 2011 la tripletta Scudetto, Supercoppa e Coppa Italia), senza mai saltare le fasi finali del campionato. Alla guida della Nazionale di beach dal marzo 2018 (con la neonata femminile dall’ottobre del 2021), subito quell’anno vince l’Europeo, successo ribadito quest’anno – sempre ad Alghero – col successo in finale contro la Spagna per 5 a 4.
Come già successe nel 2018, la nostra Nazionale di beach soccer ha conquistato il titolo di campione d’Europa 2023 (ad Alghero, lo scorso settembre) battendo lo stesso avversario (la Spagna) e con lo stesso risultato (5-4); da aggiungere i premi individuali al miglior giocatore del torneo e al miglior portiere: rispettivamente i “nostri” Marco Giordani e Leandro Casapieri. Positivo pure il percorso della Nazionale femminile che sempre ad Alghero ha fallito il traguardo delle semifinali dell’Europeo (Spagna campione) per la sconfitta ai rigori con la Repubblica Ceca, centrando poi il 5° posto con le successive vittorie su Svezia e Ucraina. Per il prossimo Mondiale di febbraio 2024, l’Italia è stata sorteggiata nel Gruppo A, assieme a UAE, Egitto e USA.