Canton Bologna

Scritto il 16/06/2024
da Giuseppe Rimondi


Sabato pomeriggio a Colonia si è avuta una parziale dimostrazione che la Champions League conquistata dal Bologna, nella stagione appena conclusa, non è dovuta a una serie di fortunate coincidenze.

Un primo fattore è rappresentato dal fatto che la società rossoblù ha ben nove giocatori impegnati nell’Euro 2024 appena iniziato. Pochissime altre società vantano tanti tesserati nella prestigiosa competizione. Per rimanere all’Italia, l’Inter svetta nettamente con la bellezza di 13 giocatori, mentre la Juventus e la Roma sono alla pari dei rossoblù felsinei.



Sabato nella formazione della Svizzera, vittoriosa 3-1 all’esordio nel torneo contro l’Ungheria, il commissario tecnico elvetico Murat Yakin ha schierato nell’undici di partenza tre giocatori del Bologna: Remo Freuler, Michael Aebischer e Dan Ndoye. Le loro prestazioni sono state tutte convincenti: Freuler ha giocato praticamente nello stesso ruolo che ricopre abitualmente a Bologna. L’esperto centrocampista, 32 anni compiuti, in rossoblù è arrivato lo scorso anno dopo tante eccellenti stagioni all’Atalanta e una breve parentesi in Premier League nel Nottingham Forrest. Anche Thiago Motta, ormai ex allenatore rossoblù e neo sposo alla Juventus, l’aveva subito schierato da titolare ma all’inizio Freuler ha avuto bisogno di togliersi un po’ di quella ruggine accumulata Oltremanica, poi con il passare delle partite ha preso le redini del centrocampo diventando un elemento imprescindibile nella cavalcata culminata con la conquista del quinto posto finale.



Aebischer con i suoi 27 anni è nel pieno della maturità calcistica, e contro i magiari è stato schierato dietro all’unica punta Duah, dividendosi con Vargas il ruolo di trequartista. Dopo aver servito l’assist per il goal di Duah che ha sbloccato il punteggio, sul finire del primo tempo ha poi messo al sicuro il risultato con un tiro a giro  da appena fuori area sul quale nulla ha potuto il portiere ungherese Gulacsi. Nel Bologna, dove milita da tre stagioni, grazie alla duttilità è stato schierato in quasi tutti i ruoli dal centrocampo in su, a volte addirittura pure da finto centravanti. Nella Serie A  appena conclusa la sagacia tattica e la bravura nell’essere sempre al posto giusto nel momento giusto gli hanno permesso di diventare, insieme a Freuler, una pedina pressoché inamovibile in mezzo al campo. Gli è mancata solo la gioia del gol, che invece è arrivata nella prima partita dei rossocrociati all’Europeo.



Ndoye, attaccante esterno utilizzabile su entrambe le fasce,con la sua velocità, ha creato innumerevoli problemi alla difesa ungherese costretta a raddoppiare più volte la marcatura su di lui. Questa velocità è stata l’arma che Thiago Motta ha spesso usato per scardinare le difese delle squadre avversarie. Ancora giovane, compirà i 24 anni a ottobre, il ragazzo di padre senegalese e madre svizzera per fare un salto di qualità dovrà imparare a essere più freddo quando si presenta nei pressi della porta avversaria. Nella sua prima stagione in rossoblù tantissime occasioni ma solo due gol, però molto pesanti: il primo, decisivo, ai supplementari nella sfida contro l’Inter a San Siro negli ottavi di Coppa Italia, il secondo al “Maradona” nel successo sul Napoli che ha consacrato la conquista della qualificazione in Champions League da parte del Bologna.